di Mauro Romano
Da Zurigo hanno ribadito che nel loro mirino non ci sono le Generali . Ma le smentite non sono bastate per spegnere del tutto le speculazioni su un possibile interesse di Zurich per la compagnia assicurativa italiana. Il maxi-aumento che domani sarà portato in assemblea dalla compagnia svizzera, che prevede un’emissione massima di 45 milioni di titoli, che ai prezzi attuali corrispondono al corrispettivo (in franchi svizzeri) di 13 miliardi di euro, lascia del resto immaginare scenari di crescita. E ieri gli analisti di Banca Akros sottolineavano che con questa operazione Zurich avrà liquidità per 20 miliardi da utilizzare per operazioni straordinarie. «Una cifra che potrebbe riaprire il capitolo m&a con Generali , considerando i 22,6 miliardi di capitalizzazione di mercato di quest’ultima, la sua debole governance e la saga appena chiusa con Intesa Sanpaolo », hanno scritto i broker, confermando per il gruppo triestino il rating neutral e il target price per azione a 15,5 euro. Gli esperti hanno aggiunto che per far fronte a questa minaccia «Generali dovrebbe accelerare il suo business plan cercando poi, come è stato anticipato durante la conference call sui dati 206, di far crescere il suo asset management». La compagnia italiana in quell’occasione aveva detto anche che il target del taglio dei costi sarà raggiunto prima del tempo e che il piano, che prevede dismissioni di 1 miliardo di asset non più strategici, è entrato nel vivo. Insomma Generali sta marciando spedita per rafforzarsi e raggiungere e superare gli obiettivi del piano industriale. Mentre per Zurich il target potrebbe essere piuttosto una compagnia media, dunque più piccola di Generali (circolano voci che l’austriaca Uniqa possa valutare eventuali proposte). Del resto in questi giorni da Zurigo hanno fatto sapere che, ammesso pure che si decida effettivamente di procedere con la ricapitalizzazione, questa non supererà il 20% della capitalizzazione e dunque potrebbe avere un importo intorno agli 8 miliardi. Insomma Generali sembra essere un boccono troppo grande. Ieri infine gli analisti di Banca Imi hanno confermato il rating buy sul Leone precisando che il giudizio si basa solo sui fondamentali e non su prospettive di aggregazione. (riproduzione riservata)
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