di Luisa Leone
Un uomo di finanza per una società come Poste, sempre più banca e assicurazione. Così il responsabile dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha giustificato il ricambio ai vertici della controllata, con l’arrivo di Matteo Del Fante al posto di Francesco Caio, nel corso di un question time ieri alla Camera dei Deputati. Rispondendo a un’interrogazione sulle nuove nomine ai vertici di Eni , Enel , Enav , Leonardo (ex Finmeccanica) e Poste, ufficializzate sabato scorso, il ministro ha cercato di spiegare la ratio sottesa alle scelte compiute. Scelte di continuità per i due grandi gruppi energetici. ma avvicendamenti importanti, invece, per le altre. Per quanto riguarda Poste, Padoan ha spiegato che il sempre maggior orientamento della società verso il settore bancario e assicurativo ha suggerito di ridefinire la struttura del board, individuando «profili adatti», con esperienze specifiche in questi comparti. Di certo Matteo Del Fante, ex JP Morgan e per anni direttore generale di Cassa Depositi e prestiti, risponde a questa descrizione; così come la nuova presidente Bianca Maria Farina, a lungo alla guida Poste Vita e Poste Assicura. Ma non si può certo dire che la virata finanziaria di Poste sia appena iniziata, anzi lo stesso Caio nel suo mandato ha rafforzato questi perni del gruppo postale.
Su Leonardo , che ha visto la designazione ad amministratore delegato dell’ex banchiere Alessandro Profumo, il ministro si è limitato a osservare che nella scelta del successore di Mauro Moretti (condannato in primo grado a sette anni per il disastro ferroviario di Viareggio), «in considerazione della peculiarità del settore e della mancanza di aziende simili in Italia, nonché della natura internazionale dell’attività», si è ritenuto opportuno «privilegiare l’esperienza nello sviluppo internazionale e la capacità di gestire situazioni di forte complessità aziendale». Una risposta indiretta alle perplessità del mercato sulla scelta di mettere un uomo di finanza alla guida di una realtà industriale come la ex Finmeccanica. Infine, per Enav , dove accanto all’ad Roberta Neri arriverà come nuovo presidente Roberto Scaramella (manager del settore aerospaziale), il responsabile dell’Economia, ha spiegato che «si è ritenuto opportuno, anche al fine di rispettare gli impegni assunti col mercato in sede di Ipo, garantire la continuità del management arricchendo comunque il consiglio con professionisti di comprovata esperienza nel settore». Sulle conferme alla guida di Eni ed Enel , invece, la strada della continuità sarebbe stata scelta per via della «complementarietà» dimostrata tra consiglieri e management, che ha suggerito di valorizzare il lavoro già svolto.
Circa le modalità con le quali si è arrivati alla definizione delle liste, Padoan si è fatto scudo della direttiva Saccomanni, che nel 2013 ha introdotto una procedura standardizzata, con tanto di reclutamento di head hunter, per individuare i candidati a sedere nei consigli delle partecipate pubbliche. I nominativi «sono stati individuati secondo una procedura di selezione svolta con il supporto di primarie società di consulenza per la selezione e il reclutamento manageriale, sulla base di criteri di professionalità e secondo prassi di uso comune di mercato; in linea con quanto disposto da una specifica direttiva».
Infine, in merito alla tanto osteggiata seconda tranche (30% circa) di privatizzazione di Poste, secondo i calcoli del presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, l’operazione sarebbe in effetti da evitare perché a fronte di un risparmio di circa 35 milioni di interessi sul debito si rinuncerebbe a circa 150 milioni di dividendi. (riproduzione riservata)
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