di Anna Messia
L’Ivass frena le mire espansionistiche nel settore assicurativo italiano di The Family Office Group. L’autorità guidata da Salvatore Rossi ha respinto la richiesta avanzata dal gruppo inglese, guidato da Matteo Cerri, di rilevare la maggioranza del capitale di Ariscom. Si tratta della compagnia nata nel 2007 che tra i soci fondatori vede Pellegrino Capaldo (professore di economia ed ex presidente della Banca di Roma) oltre che la famiglia Impronta, fondatrice negli anni Settanta di marine & aviations, broker assicurativo specializzato nel settore aeronautico. A dicembre scorso The Family Office group, multi family office con sede a Londra ma guidato da italiani e con oltre 28 uffici in tutto il mondo, aveva messo a punto un piano che prevedeva un’iniezione di capitale in Ariscom per una ventina di milioni. Ricapitalizzazione che avrebbe dovuto consentire ad Ariscom, guidata dall’amministratore delegato Marco Mondini di raccogliere le risorse per lo sviluppo e di chiudere la partita per la ricerca di nuovi azionisti che si era aperta da tempo. Mentre The Family Office Group avrebbe potuto debuttare nel mercato assicurativo italiano, operando in settori di nicchia. La società si occupa a Londra del patrimonio di circa 140 famiglie, di cui più della metà italiane, e tramite il fondo di venture capital i2i (acronimo di italians to italians) investe in start up create all’estero da italiani. Ma l’attenzione alle assicurazioni è sempre stata presente nel gruppo, visto che Matteo Cerri, prima di lanciare l’iniziativa londinese, è stato insieme al padre Franco (ex manager Abeille, Ras e Sai) a capo di una società di risk management. Il piano sulle assicurazioni prevedeva in particolare la creazione di una società di diritto italiano che avrebbe dovuto raggiungere circa l’80% di Ariscom, mentre il 20% restante sarebbe rimasto in mano alla famiglia Impronta con la messa a punto di un piano triennale per lo sviluppo della compagnia specializzata nelle coperture per il trasporto aereo e marittimo. Ma Ivass ha fermato tutto e nel provvedimento di rigetto della domanda pubblicato nei giorni scorsi il riferimento che nega il via libera al family office basato a Londra è all’articolo 68 del codice unico delle assicurazioni. Si tratta delle norme che subordinano il rilascio dell’autorizzazione al ricorrere di condizioni atte a garantire una gestione sana e prudente dell’impresa di assicurazione o di riassicurazione, valutando la qualità del potenziale acquirente e la solidità finanziaria del progetto di acquisizione. Resta da capire a questo punto cosa succederà ad Ariscom dove il bisogno di un rafforzamento di capitale non è ancora affatto venuto meno. Mentre in The Family Office group esprimono rammarico per la decisione dell’Ivass e in ogni caso si dicono pronti a riaprire il dialogo con l’autorità di controllo. Aggiungendo che, in alternativa, ci sono già pronti altri progetti di crescita in altri mercati esteri, viste le difficoltà riscontrate in Italia. (riproduzione riservata)
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