Lo ha detto Philippe Donnet, Ceo di Generali, dando avvio alla conference call con gli analisti sui conti 2016 ed esprimendo la sua soddisfazione per i risultati.
Risultati sopra le attese del consenso per i Leone, che sale del 3,1% a 14,65 euro in Borsa.
Il gruppo ha chiuso il 2016 con un utile netto in aumento a 2,081 mld euro (+2,5% rispetto ai 2,030 mld del 2015); il dividendo viene alzato dell’11,1% a 0,80 euro per azione. Sia per l’utile, sia per la cedola, si tratta del miglior risultato degli ultimi 9 anni.
Nonostante il difficile contesto e l’elevata volatilitá dei mercati finanziari, nel 2017 Generali prevede di aumentare la remunerazione degli azionisti, in coerenza con il piano strategico presentato a novembre.
Il risultato operativo di gruppo ha raggiunto il livello record di 4,83 mld, in miglioramento dello 0,9% a/a. Generali ha poi conseguito un Regulatory Solvency Ratio – che rappresenta la visione regolamentare del capitale di gruppo e considera l’utilizzo del modello interno alle compagnie per le quali è stata ottenuta l’approvazione dall’Ivass e per le restanti compagnie l’applicazione della Standard Formula, includendo nel calcolo anche il dividendo proposto – del 177% (171% nel 2015).
Il RoE operativo, principale target di redditività, si attesta al 13,5% (14% nel 2015), confermando per il terzo anno consecutivo il raggiungimento dell’obiettivo strategico (>13%).
I premi complessivi ammontano a € 70.513 milioni (-3,9%; € 74.165 mln nel 2015). Cresce il danni (+2,1%), a conferma del trend già osservato nel corso dell’anno, mentre il Vita si attesta a € 49.730 milioni (-6,3%; € 53.297 mln nel 2015) per effetto sia dell’approccio sempre più disciplinato nell’offerta, volto all’ottimizzazione del ritorno del capitale investito, sia dell’attuale andamento dei mercati finanziari.
La raccolta netta supera € 12 miliardi (-18,5%), al di sopra della media degli ultimi 5 anni e la più elevata tra i peers. La nuova produzione in termini di APE si attesta a € 4.847 milioni (-6,6%). Con riferimento alle linee di business, si è registrato un deciso miglioramento del business di puro rischio (+12,4%), mentre si è registrato un calo delle unit linked (-11,3%), condizionate dalla volatilità dei mercati, e del business risparmio (-9,7%), a seguito della sfavorevole situazione finanziaria e delle programmate azioni del Gruppo volte a un’attenta ricalibrazione delle garanzie.
Nel segmento Danni i premi aumentano, a termini omogenei, del 2,1% a € 20.783 milioni (€ 20.868 mln nel 2015), grazie alla crescita registrata sia nel comparto Auto (+4,3%) che nel Non Auto (+0,5%). Il business danni conferma l’elevata redditività tecnica con un combined ratio in ulteriore e costante miglioramento che, grazie al calo della sinistralità, si attesta a 92,5% (-0,7 p.p.), il miglior ratio tra i peers. A questi risultati si accompagna una posizione patrimoniale rafforzata, sulla quale il Gruppo continua ad avere un forte focus. Il patrimonio netto segna una crescita del 4,2% a € 24,5 mld, beneficiando principalmente dell’utile del periodo che più che compensa l’erogazione del dividendo.
Positivi i giudizi degli analisti sui conti che confermano la raccomandazione buy (salvo
JPMorgan, che conferma il giudizio overweight sull’azione dopo i conti “forti”).
Il ceo è intervenuto anche sui recenti avvenimenti ribadendo che l’indipendenza di Generali non è minacciata da nessuno, nè all’estero, nè in Italia.
“Non c’è nessuna minaccia di scalata da nessuno, nè all’estero nè in Italia. Sono favole, non esiste, non è una realtá”, ha detto il top manager.
“La mia visione è molto chiara: Generali deve restare un grande gruppo assicurativo, indipendente, italiana e a vocazione internazionale”, ha aggiunto Donnet.
Per fare ciò, ha ribadito il Ceo, non serve alcun aumento di capitale: “i nostri agenti hanno dimostrato un grande attaccamento alla nostra societá, come noi ogni giorno dimostriamo il nostro attaccamento ai nostri agenti e alle nostre reti distribuitive. Loro sono molto attaccati all’indipendenza del gruppo. Condividendo questa visione per Generali, posso ribadire che un aumento di capitale non è all’ordine del giorno perchè non c’è bisogno di un aumento di capitale. Se un giorno ci sará un’opportunitá importante di crescita che richieda queste cose ne parleremo con gli azionisti”, ha detto Donnet, interpellato in merito alla lettera inviata dagli agenti in cui si invitava a preservare l’indipendenza della compagnia, anche attraverso una ricapitalizzazione.
Quanto ad eventuali acquisizioni, il Ceo ha ribadito quanto espresso a novembre in sede di piano industriale: “non c’è niente sul tavolo. Quando abbiamo presentato il piano il 23 novembre abbiamo detto che non è basato sull’M&A e poi abbiamo anche aggiunto che siamo opportunistici e valutiamo occasioni se ci consentono di accelerare l’implementazione del nostro piano. Stiamo guardando ad opportunitá di acquisizione, ma devono rispettare i nostri criteri, che però sono molto precisi. Non vogliamo strapagare e le opportunitá devono essere perfettamente allineate alla nostra strategia. A noi piace rafforzare la presenza in un Paese dove abbiamo giá successo; se è possibile rafforzarci con sinergie questo ci interessa, all’estero e in Italia, se ci sono opportunitá”.
Nessun commento invece sulla quota acquisita in Intesa Sanpaolo, dal momento che, ha spiegato Donnet, “non abbiamo l’abitudine di commentare i singoli investimenti. Comunque, quando avremo qualcosa da comunicare su questo lo faremo”.
Quanto all’investimento da 150 mln euro in Atlante, “nei nostri conti” 2016 “abbiamo fatto una svalutazione della nostra quota del 52%, direi molto, molto prudente”, ha detto l’a.d.
Interpellato poi sulla vicenda B.Mps, il top manager ha affermato che “aspettiamo la conversione del nostro subordinato nel quadro del piano di bail in di Mps. Vedremo cosa succede”.
Infine, su Alitalia nessun commento: “comunque abbiamo un ruolo marginale, non siamo azionisti, non abbiamo ruoli manageriali. Abbiamo peraltro giá mostrato la nostra disponibilitá”, ha concluso Donnet.