Crescita del 6,3% nel 2017. Questa la previsione relativa all’andamento del PIL del Vietnam, spinto dalla crescita della domanda interna, sostenuta dall’aumento dei salari, oltreché da una bassa inflazione (meno del 2% lo scorso anno) e tassi d’interesse contenuti.
Questo Paese, con fondamentali macroeconomici solidi e tra i più promettenti del Sud-est asiatico, nel 2017 potrebbe veder confermate le attese di crescita del 7,8% della produzione industriale. Stabili anche le performance della maggior parte dei singoli comparti industriali (ad eccezione delle performance negative previste per edilizia, materiali da costruzione e siderurgico) e buono l’andamento del settore dei beni di consumo durevoli. Situazione che si traduce in bassi livelli di rischio di credito commerciale nei comparti che non presentano criticità. Una buona notizia per le aziende esportatrici italiane in cerca di opportunità commerciali su questo mercato.
E’ il quadro sintetico dell’economia del Vietnam, che Atradius delinea nel report dedicato al Paese asiatico, a poche settimane dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della decisione di approvazione, da parte del Consiglio UE, della conclusione dell’accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l’Unione Europea ed il Vietnam (PCA – Partnership and Cooperation Agreement). Parte vincolante di questa partnership strategica con il Paese asiatico è l’accordo di libero scambio (FTA) con l’Unione Europea, in corsa per la procedura di ratifica, prevista nei prossimi mesi. Si tratta di un accordo di enorme rilievo, che potrebbe offrire il sostegno necessario al percorso di crescita a medio termine del Vietnam, costretto a subire un forte ridimensionamento a causa dell’uscita degli Stati Uniti dalla Trans-Pacific Partnership (TPP), di cui il Paese del sud-est asiatico, secondo gli economisti di Atradius, sarebbe stato uno dei principali beneficiari in termini di crescita dell’export.
L’accordo tra Vietnam ed Unione Europea prevede, tra l’altro, l’abbattimento reciproco dei dazi doganali per circa il 70% delle esportazioni, oltreché la regolamentazione di vari aspetti utili a garantire certezza e condivisione delle regole proprie dell’ambiente di business locale. La futura ratifica dell’accordo di libero scambio potrebbe significare, anche per le aziende esportatrici italiane, il moltiplicarsi delle opportunità commerciali su questo mercato, che già rappresenta una destinazione strategica per l’Italia, quarto partner commerciale del Vietnam per interscambio complessivo tra tutti i Paesi dell’Unione.
Secondo Atradius, però, l’economia vietnamita presenta anche una serie di debolezze strutturali, prima fra tutte la difficoltà di accesso delle aziende al credito bancario, che innalza i livelli di attenzione verso le possibili criticità relative al rischio di credito commerciale su questo mercato. L’analisi degli economisti di Atradius, in particolare, evidenzia una forte dipendenza del Vietnam dall’Asia come destinazione del proprio export (il 50% delle esportazioni vietnamite, in crescita del 9% su base annua, è diretto nei Paesi asiatici, con circa il 14% verso la Cina) il che lo rende particolarmente vulnerabile, in caso di fasi congiunturali sfavorevoli in area asiatica. Circa il 70% delle esportazioni vietnamite, inoltre, provengono da aziende a capitale estero che hanno stabilito le proprie sedi operative nel Paese. Se queste ultime decidessero di lasciare il Vietnam in cerca, ad esempio, di minori costi del lavoro, l’economia del Paese subirebbe notevoli contraccolpi. Non da ultimo, il Vietnam presenta ancora un alto livello di statalizzazione delle aziende, e quindi un’efficienza più scarsa delle stesse rispetto ai Paesi vicini, nonostante gli sforzi del governo per privatizzare le aziende di proprietà statale.
Nonostante ciò, cresce l’influenza economica del Vietnam nel Sud-est asiatico, con l’impegno del Paese verso la conclusione di nuovi accordi commerciali ad ampio spettro, quale ad esempio, il partenariato regionale globale economico, un accordo di libero scambio in corso di negoziazione con le principali economie della regione (Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda).
“Le opportunità commerciali che il Sud-Est asiatico offre al nostro export – commenta Massimo Mancini, Country Manager di Atradius per l’Italia – sono di indubbio interesse per le nostre imprese. E il Vietnam rimane un mercato molto promettente, anche in vista dei futuri sviluppi dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda i comparti che connotano maggiormente la qualità del Made in Italy a livello mondiale. In contesti economici promettenti, ma nello stesso tempo maggiormente esposti ai contraccolpi esterni, è consigliabile che gli esportatori italiani si avvalgano di strumenti in grado di tutelare il portafoglio export dai mancati pagamenti dei clienti”.