In materia di catastrofi naturali la situazione in Europa è molto diversificata.
Secondo A.M. Best meno del 30% dei costi delle catastrofi naturali a livello mondiale è coperta da assicurazione: 5 su 10 eventi maggiori del 2015 hanno colpito USA e UK, con uno scarto significativo di 10,7 mld di dollari tra danni totali e danni assicurati.
In Europa, la Francia e la Spagna hanno sviluppato approcci fondati su una partnership pubblico-privato a complemento dell’assicurazione: “Malgrado la presenza di una garanzia statale, i due dispositivi sono stati concepiti tenendo presente il principio della sostenibilità finanziaria. Le operazioni sono realizzate da Istituzioni ben gestite e sottoposte alla stessa regolamentazione e alla stessa disciplina tecnica del settore privato”.
Nel Regno Unito è entrato in vigore quest’anno Flood Re, che rappresenta un approccio meno ambizioso secondo l’agenzia di rating, perché esclusivamente concentrato sui rischi di inondazione e sulle proprietà private: “senza la garanzia di un aiuto statale esplicito, si tratta comunque di un altro esempio di forte collaborazione tra soggetti pubblici e privati”.
La Germania non dispone di un dispositivo formale. Il 2013 è stato un anno record per inondazioni e temporali, con danni totali per 8 mld di euro e danni assicurati per 6 mld. I danni importanti hanno convinto le persone sull’importanza di acquistare una copertura contro le catastrofi e questo ha di conseguenza pesato sui bilanci delle compagnie.
Ma è senza dubbio in Italia, il paese dove il rischio terremoto e di inondazione è molto alto, che l’assensa di un dispositivo apposito di fa più sentire. Con perdite economiche stimate in diversi miliardi di euro e danni assicurati tra il 2 e il 10% di essi, è necessario un provvedimento al più presto.