di Anna Messia
Mentre il Ttip, l’accordo di libero scambio tra Usa ed Europa, sembra ormai su un binario morto, c’è un altro dossier che riguarda le attività economiche tra le due aree e che potrebbe ricevere disco verde. Si tratta di un accordo nel settore assicurativo di cui gli Stati Uniti e l’Europa discutono da tempo e che ha l’obiettivo di rendere più facile vendere polizze Oltreoceano in entrambe le direzioni. Le diplomazie in questi giorni stanno intensificando le riunioni con l’obiettivo di arrivare a un documento condiviso prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ossia entro metà gennaio. L’accordo non è però facile. Da una parte gli assicuratori e i regolatori dell’Ue hanno più volte espresso frustrazione per i requisiti aggiuntivi richiesti quando le compagnie europee operano negli Stati Uniti. Si tratta di miliardi di euro di garanzie che rendono costoso lavorare negli Usa, dove tra l’altro sussistono differenze sostanziali tra uno Stato e l’altro. In pratica, le compagnie europee non solo devono rispettare le già stringenti regole di solvibilità che valgono nell’Unione, ma devono anche soddisfare i requisiti supplementari quando sottoscrivono rischi negli Stati Uniti.
Si tratta di una situazione «altamente penalizzate e discriminatoria per le imprese che vogliono lavorare negli Stati Uniti», sostiene Insurance Europe, l’associazione che rappresenta gli assicuratori del Vecchio Continente. Ma d’altra parte anche le compagnie assicurative statunitensi si sentono fortemente penalizzate e ancor di più da quando, a gennaio scorso, in Europa ha preso avvio la nuova normativa sui requisiti di capitale Solvency II. «La direttiva ha reso ancor più complicato per le assicurazioni Usa operare secondo le stesse regole delle imprese europee», ha detto di recente Steve Simchak, direttore degli affari internazionali dell’Aia, l’associazione degli assicuratori americani, aggiungendo che un accordo tra Usa e Ue potrebbe ridurre gli ostacoli e «rendere più semplice la collaborazione tra i regolati di entrambi i mercati, aprendo anche al dialogo futuro con regolatori di altre aree geografiche». Va infatti ricordato che in questi mesi nell’ambito dell’associazione internazionale dei supervisori (Iais) è in atto un confronto per la messa a punto di standard mondiali. Un eventuale accordo preliminare tra Stati Uniti ed Europa renderebbe quindi più agevole un dialogo tra le Ivass mondiali. Come detto, la partita resta però complicata. Nei giorni scorsi in Insurance Europe hanno dichiarato di essere «incoraggiati dai progressi fatti nella trattativa» e hanno confermato il supporto «a una conclusione veloce dei negoziati» nell’interesse delle assicurazioni ma anche dei consumatori e delle economie. Ma hanno anche ribadito la loro proposta, che prevede di cancellare i requisiti supplementari non solo per le nuove polizze vendute negli Usa ma anche per i portafogli esistenti. (riproduzione riservata)
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