Addio alla penalizzazione introdotta dalla riforma Fornero per le pensioni di chi si mette a riposo in anticipo rispetto all’età ordinaria di pensionamento, cioè prima dei 62 anni d’età. In verità, già a partire dal 1° gennaio di quest’anno c’è stato lo stop della penalizzazione a chi si è messo a riposo prima dei 62 anni d’età negli anni dal 2012 al 2014 (che hanno avuto la pensione ridotta fino al 31 dicembre 2015), nonché la disapplicazione della penalizzazione a chi si fosse messo in pensione, prima dei 62 anni d’età, negli anni dal 2015 al 2017. Ma adesso l’abolizione è definitiva e, dunque, di penalizzazione non se ne parlerà più.
Il particolare meccanismo punitivo, previsto dalla Fornero, imponeva che alla quota di pensione calcolata con il sistema «retributivo» fosse applicata:
una riduzione d’importo dell’1% per ogni anno di anticipo nell’accesso alla pensione rispetto all’età di 62 anni (e fino a 60 anni);
una riduzione d’importo del 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due, cioè prima dei 60 anni.
In pratica la riduzione è dell’1% per ognuno degli ultimi due anni mancanti al compimento dei 62 anni d’età (per esempio il lavoratore che accede alla pensione anticipata a 60 anni subisce una riduzione del 2%, ovvero, 1% + 1%) e del 2% per ciascuno degli anni mancanti al compimento dei 60 anni d’età (per esempio il lavoratore che accede alla pensione anticipato a 58 anni subisce una riduzione del 6%, ovvero, 1% + 1% + 2% +2%).
Con diversi interventi legislativi ad hoc, in questi anni, gli effetti della penalizzazione sono stati sempre ridimensionati. In tal modo, infatti, la penalizzazione non ha trovato applicazione fino al 31 dicembre 2014, per i soggetti che hanno maturato il requisito contributivo valutando solo le prestazioni effettive di lavoro, i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per obblighi di leva, infortunio, malattia e cassa integrazione guadagni ordinaria. Dal 1° gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2017, poi, c’è stata la disapplicazione per tutti, a prescindere cioè dalla tipologia di contribuzione, nonché la revoca per i soggetti che si sono pensionati prima dei 62 anni d’età negli anni dal 2012 al 2014. Adesso ad abrogarla definitivamente ci pensa la legge di Bilancio 2017.
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