di Gabriele Lamonica, Agenzia Mf-DowJones
Tra le misure che il cda di Banca Carige sta valutando contro il fondo Apollo c’è anche la possibilità di chiedere un arbitrato che porti alla risoluzione del contratto di bancassicurazione che la lega alle compagnie Carige Assicurazione e Carige Vita Nuova. E’ quanto si è appreso oggi da una fonte citata dall’agenzia Mf-DowJones che ha svelato come l’ultimo cda della banca ligure del 23 novembre avesse tra i punti all’ordine del giorno proprio l’aggiornamento dello stato dell’arte dei rapporti con il fondo, a cui lo scorso anno furono cedute le due compagnie assicurative per 310 milioni di euro da parte di Carige a cui servivano capitali per rafforzarsi dopo la crisi seguita anche alle inchieste giudiziarie che coinvolsero l’ex presidente, Giovanni Berneschi.
La banca ha quindi avanzato una causa contro il fondo Apollo e l’ex management per 1,25 miliardi di euro. Lo scorso 17 giugno, infatti, il cda dell’istituto ligure ha deliberato di agire in giudizio nei confronti di Cesare Castelbarco Albani, già presidente della banca, Piero Montani, precedente ad, e di alcuni soggetti del gruppo Apollo (Apollo Management Holdings, Apollo Global Management, Apollo Management International, Amissima Holdings, Amissima Assicurazioni, Amissima Vita). L’obiettivo è ottenere il risarcimento dei danni conseguenti alla cessione delle partecipazioni di Carige nelle compagnie di assicurazione e per altri comportamenti tenuti successivamente dai soggetti del gruppo.
Nel dettaglio, secondo quanto si è appreso, 850 milioni sono chiesti a titolo di risarcimento per comportamenti intercorsi fra novembre 2015 e il 31 marzo 2016, data dell’assemblea che ha nominato il nuovo cda targato Malacalza Investimenti. In quel periodo il titolo ha lasciato sul terreno oltre il 60% a fronte di un calo dello Stoxx bancario di oltre il 26% e la banca ha subito una robusta fuga di depositi. Altri 400 milioni chiesti dall’istituto sono legati alla cessione delle compagnie assicurative ad Apollo.
Il titolo Carige sul listino milanese lascia al momento sul terreno il 4,48% a quota 0,2411 euro. Sull’intero comparto bancario italiano pesa l’attesa del referendum di domenica prossima dopo che il Financial Times nel weekend ha sottolineato che otto istituti sarebbero a rischio con l’eventuale no, ovvero Monte dei Paschi di Siena, Popolare di Vicenza, Banca Etruria , CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara e anche Carige
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