di Anna Messia
In Poste Italiane è partita la rivoluzione digitale di Francesco Caio, fulcro del nuovo piano industriale che guarda al 2020, su cui il manager ha messo 300 milioni di euro di investimenti nonché la faccia. Nei tre mesi trascorsi dal lancio la nuova app del Bancoposta ha dato corso a pagamenti per complessivi 100 milioni di euro. Nello stesso periodo il nuovo sistema denominato Mobile Wallet (borsellino mobile), che consente ai clienti Bancoposta di inviarsi in tempo reale denaro via telefono, in modo identico a come avviene lo scambio di messaggi su Whatsapp, ha effettuato più di 100 mila pagamenti. Ma è solo la punta di un iceberg pronto a emergere, scommettono ai piani alti dell’operatore postale. Finora la app di Bancoposta era utilizzata essenzialmente per consultare il proprio conto, ma adesso i 6 milioni di clienti che hanno scaricato l’applicazione stanno cominciando a utilizzarla anche per i pagamenti.
Il trend è destinato ovviamente a far lievitare anche i ricavi di Poste Italiane . Tra le nuove funzionalità c’è per esempio quella che consente di pagare bollette del gas o della corrente in tempo reale, via telefono, semplicemente fotografando il codice a barre bidimensionale (il cosiddetto Qr Code), che viene ormai utilizzato per qualsiasi cosa, dai biglietti aerei, alla metropolitana o all’ingresso in un museo. E per tutti i servizi offerti è previsto l’utilizzo di una sola password che identifica il singolo cliente. «Abbiamo voluto mantenere per noi le cose complicate semplificando la vita ai clienti, con l’obiettivo di aumentare il livello di digitalizzazione dell’intero Paese», è il motto che Caio ha ripetuto come un mantra. Le potenzialità sembrano enormi considerando che i clienti delle Poste sono in totale 40 milioni. Solo il nuovo borsellino mobile, per fare un esempio, ha messo potenzialmente in contatto tutti i 17 milioni di clienti Postepay. In pratica, un italiano su quattro, se dotato di uno smartphone, potrebbe scambiarsi via telefono somme di denaro in tempo reale con amici e conoscenti che hanno a loro volta una carta prepagata di Poste. E il gruppo è già al lavoro per allargare prossimamente il servizio a tutti i clienti Bancoposta. Così il bacino potenziale di utenti lieviterebbe a 24 milioni. Insomma il nuovo sistema potrebbe effettivamente rivoluzionare le abitudini degli italiani.
Anche se altre banche, va detto, sono pronte a sfruttare le nuove tecnologie, alleandosi con gli operatori telefonici, l’enorme bacino di clienti di Poste Italiane lascia immaginare che l’impatto sul mercato dei pagamenti del gruppo guidato da Caio potrebbe essere dirompente. Il vero concorrente di Poste sembra essere piuttosto Paypal, il sistema che ha puntato tutto sulla semplicità e la sicurezza e che consente acquisti online tramite l’uso di una mail e una password, senza comunicare i dati della carta di credito. Il sistema è cresciuto a tal punto che oggi il 72% degli americani ha un conto Paypal. Poste è pronta però a raccogliere la sfida e la macchina è in piena corsa. Mentre fino a oggi il piano di digitalizzazione di Poste si è concentrato sui servizi al dettaglio, considerando la storia e le caratteristiche del gruppo, il programma per il 2017 prevede di offrire servizi innovativi alle aziende, e anche in questo caso l’intenzione di Caio è di fare da apripista. Prima si partirà dai singoli imprenditori e dalle piccole e medie imprese, hanno spiegato da Poste, e poi l’attenzione sarà rivolta ai grandi gruppi, che hanno bisogno di una gamma di servizi diversa. Con quali obiettivi? Anche in questo caso l’intenzione è semplificare e velocizzare i pagamenti, utilizzando l’esperienza di quanto realizzato per il retail. Partendo anche dall’idraulico o dall’elettricista che offre i suoi servizi a domicilio e che potrebbe essere pagato con lo stesso sistema del Mobile Wallet creato da Poste per il retail. In pratica basterà un semplice click sulla rubrica telefonica (dopo aver digitato il pin) per saldare il conto.
E lo stesso sistema potrebbe essere utilizzato nel caso di acquisti in un’attività commerciale, considerando tra l’altro che quando il cliente di Poste utilizza la app è in grado di vedere, intorno a lui, con un sistema di geolocalizzazione, tutti i negozi e i ristoranti convenzionati con il gruppo di Caio, presso i quali può ottenere uno sconto. Anche in questo caso i numeri messi sul tavolo dal gruppo sono rilevanti, considerando che già oggi Poste ha 300 mila clienti imprese e business, e 30 mila punti vendita aderenti, che già l’anno scorso (quando la app non ancora partita) hanno erogato sconti pari complessivamente a 75 milioni. Insomma, le premesse sembrano decisamente interessanti e a questo si aggiunge un altro fattore di accelerazione.
Lo scorso settembre Poste ha acquistato per 278 milioni di euro poco meno del 15% di Sia, la società leader nel business della monetica, dei pagamenti e dei servizi in rete. Caio non ha fatto mistero che l’operazione ha una valenza strategica e che vuole replicare quanto fatto con Anima Sgr per creare sinergie nel settore dei pagamenti, delle transazioni e dell’e-commerce. Dentro Anima , di cui Poste detiene il 10,3%, sarà fusa nel 2017 anche Banco Posta Fondi Sgr e insieme le due società, coinvolgendo anche Cdp, sono in gara per accaparrarsi Pioneer da Unipol . Questa operazione consentirebbe a Poste Italiane di avere la maggioranza del terzo operatore italiano del risparmio gestito. Non meno ambiziosi sembrano essere i piani nel settore dei pagamenti, ma qui le carte su sinergie e possibili riassetti sono ancora tutte da scoprire. (riproduzione riservata)
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