di Janina Landau
La trasformazione digitale rappresenta uno dei pilastri del nuovo piano industriale di Poste Italiane proiettato al 2020. Per modernizzare il gruppo e contribuire all’evoluzione digitale dell’intero Paese il gruppo guidato dall’amministratore delegato Francesco Caio ha previsto investimenti complessivi per 300 milioni di euro. Si tratta di un enorme cantiere in piena attività che coinvolge l’intera azienda in maniera trasversale e che, dopo il disegno e l’avvio dell’implementazione del 2016, e destinato ora ad accelerare, come spiega lo stesso Caio in questa intervista rilasciata ieri a Class Cnbc.
Domanda. Per quanto riguarda la digitalizzazione di Poste Italiane , a che punto è e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?
Risposta. Il percorso di digitalizzazione del gruppo, in linea con il piano industriale «Poste 2020», punta a servizi di qualità, trasparenti, affidabili e facili. Molto è stato fatto e ancora c’è da fare. Il risultato è che oggi è possibile prenotare un posto in coda alle Poste, avere il conto corrente interagibile da casa e, sempre dalla propria abitazione, richiedere una raccomandata.
D. Il gruppo ha archiviato i primi nove mesi con risultati superiori alle attese. Come prevede si chiuderà l’anno e quali le prospettive ha per il 2017?
R. I conti sono il frutto del piano industriale varato alla fine del 2014, che ha delineato il gruppo Poste al 2020 come una piattaforma di servizi multicanale. Tre sono i settori fondamentali: quello della logistica e della corrispondenza, quello dei pagamenti e del transaction banking e quello del risparmio gestito e delle assicurazioni. Per i prossimi mesi prevedo continuità rispetto a quanto fatto nella prima parte dell’anno e, come annunciato in occasione della privatizzazione, una capacità di crescita di valore attraverso la trasformazione, il rinnovamento e la crescita di alcuni settori. Quindi direi che siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti e siamo fiduciosi che la chiusura dell’anno e il 2017 possano andare nella stessa direzione.
D. Oltre al dossier Pioneer, sul fronte acquisizioni a che cosa state guardando?
R. Su Pioneer preferisco per il momento non esprimermi, per il resto il tema delle acquisizioni è un elemento importante di una crescita basata su tre pilastri: logistica-spedizioni, risparmio-assicurazioni e pagamenti. Stiamo valutando quali possono essere le alleanze utili nel processo di innovazione e di crescita del gruppo, come avvenuto, ad esempio, nel caso di Sia.
D. Per quando ci si deve aspettare la seconda tranche di privatizzazione di Poste Italiane ?
R. Questa è una domanda che, come al solito, va fatta all’azionista di riferimento. Per quel che riguarda l’azione di management le direttive non cambieranno, visto che siamo già quotati in borsa.
D. Mancano poche settimane al referendum costituzionale, quale è il vostro punto di vista al riguardo?
R. Noi siamo parte di un processo di trasformazione del Paese basato sui valori della semplicità, della trasparenza, della velocità. Quindi riforme che vanno in quel senso fanno parte di questo quadro complessivo. Posso dire che siamo molto focalizzati sullo sviluppo di un piano che ha forti analogie con il meccanismo complessivo della riforma costituzionale.
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