di Anna Messia
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In meno di tre anni il capitale sociale di Rbm Assicurazione Salute è stato incrementato tre volte e Roberto Favaretto, presidente e azionista di riferimento tramite Rb Hold Spa, non nasconde di essere pronto a nuove iniezioni di capitale per finanziare ancora lo sviluppo della compagnia rilevata nel 2011. Quando Favaretto decise di acquistare Dkv Salute da Munich Re , cinque anni fa, la società era 40esima in Italia nel ramo salute ma in pochi anni, trasformata in Rbm Salute, ha scalato la classifica e oggi, con 350 milioni di euro di premi, è la seconda del mercato, subito dietro Generali , «e punta dritta al podio», dice Favaretto. L’ultimo incremento appena chiuso ha portato il capitale da 40 a 60 milioni ed è stato accompagnato dal cambio del nome della società, ribattezzata Rbm Assicurazione Salute. «Vogliamo indicare al mercato la nostra solidità», spiega Favaretto, «l’aumento di capitale ci ha consentito di raggiungere un indice Solvency II del 204%, tra i più alti del settore».
Il marchio Rbm, nato da pochi anni, è ovviamente meno noto al grande pubblico di brand storici come Generali , Allianz o Unipol ma la compagnia vuole far sapere al mercato di avere le spalle larghe. L’offerta riguarda prevalentemente polizze collettive e tra i clienti della compagnia spuntano la Banca d’Italia, Consob, Unicredit , la Grande Distribuzione Organizzata, la Rai o Equitalia. Ma non c’è solo questo. A Rb Hold, oltre alla compagnia, fanno capo anche Previnet (che offre servizi amministrativi ai fondi pensione) con un fatturato di circa 40 milioni e 20 milioni di utile e Previmedical (che si occupa di fondi sanitari e di intermediazione della spesa sanitaria presso Ospedali pubblici e Cliniche private) che intermedia poco meno 1 miliardo di euro di prestazioni sanitarie. Un polo dedicato a previdenza e sanità, insomma, destinato a diventare leader di mercato, anche grazie alla stabilità delle partnership strategiche strette con i principali gruppi riassicurativi internazionali. «La prima regola del nostro gruppo è che non viene distribuito un euro di dividendo perché tutti gli utili vengono reinvestiti», conclude Favaretto. «Con questi principi, con la specializzazione nel business salute e con la diversificazione del rischio a livello riassicurativo siamo riusciti a crescere rapidamente e in maniera profittevole. Per quanto riguarda la compagnia non escludo che potremmo arrivare a un capitale di 100 milioni che sarebbe in grado di sostenere premi per circa 500 milioni, mantenendo Solvency II ai livelli attuali», aggiunge. Se poi lo sviluppo dovesse rivelarsi ancora più veloce potremmo rendere più strutturali le partnership attuali.
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