Nel secondo trimestre la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,6%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,4 punti percentuali nei confronti dello stesso periodo del 2015.
Lo rende noto l’Istat, precisando che l’aumento congiunturale della propensione al risparmio rispetto al trimestre precedente deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici significativamente più sostenuta rispetto a quella dei consumi finali (1,3% e 0,2% rispettivamente). A fronte di tale dinamica del reddito disponibile, con un incremento congiunturale del deflatore implicito dei consumi delle famiglie dello 0,1%, il potere d’acquisto è aumentato dell’1,1%.
In termini tendenziali il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,8% mentre il deflatore implicito dei consumi delle famiglie ha subito una flessione dello 0,1%, determinando una crescita del potere di acquisto del 2,9%.Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo) nel secondo trimestre 2016 è stato pari al 5,9%, invariato rispetto al trimestre precedente e in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2015.