“Allargare considerevolmente la presenza in settori diversi dalla RCA, per fronteggiare le sfide di un mercato in sempre più rapida e profonda trasformazione”.
È questa, in estrema sintesi, la filosofia con la quale il Presidente di Sara Assicurazioni, Rosario Alessi, invita a valutare le tante novità che, oggi, stanno creando il mercato assicurativo di domani.
Ne ha parlato in occasione della celebrazione dei 70 anni dalla fondazione di SARA, Compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia.
Alessi ha evidenziato quelli che, a suo avviso, sono i nodi strutturali fondamentali del settore: l’avvento, sempre più prossimo, dell’auto a guida autonoma, il passaggio dalla cultura della “proprietà” a quella della “condivisione”, il progressivo invecchiamento della popolazione e il suo rapporto con la “rivoluzione digitale”.
Stanno cambiando e cambieranno sempre di più le automobili e si sta modificando profondamente, come vedremo, il rapporto fra il consumatore e l’auto.
Le auto oggi in produzione sono proposte sul mercato con meccanismi di sicurezza attiva, in grado cioè di evitare incidenti, sempre più sofisticati e affidabili, basati sul digitale. Questo accade sia per le vetture alto di gamma, sia per quelle che costano molto di meno, e che non possono più essere chiamate “utilitarie”. Ne derivano una positiva, sempre auspicabile diminuzione dei sinistri, ma anche una conseguente e cospicua riduzione delle tariffe.
Secondo una recente ricerca effettuata da Swiss Ree, un’ondata di gadget digitali “è destinata a spazzare via 20 miliardi di dollari di premi assicurativi auto nei prossimi 5 anni”.
Per l’immediato è necessario, ha sottolineato Alessi, allargare considerevolmente la propria presenza in settori diversi dalla RCA. “Lo stiamo già facendo grazie alla positiva politica proposta dal Consiglio di amministrazione. La RCA, che nel 2009 costituiva l’81 per cento del nostro portafoglio, è scesa nel 2015 al 71 per cento e dovrà scendere ancora”.
Il prossimo futuro è ancora più complesso perché sono in fase di avanzata sperimentazione automobili che si guideranno da sole. In questa direzione va l’accordo di recente siglato da FCA e Google.
Le previsioni di FCA e di altri grandi costruttori mondiali impegnati sullo stesso obiettivo, parlano di auto senza guidatore sul mercato e in circolazione in un breve numero di anni. C’è chi sostiene che ne basterà solo uno, ma subito dopo aggiunge che senza un adeguamento della rete stradale, per queste auto a guida autonoma sarà impossibile muoversi.
In secondo luogo, continua Alessi, riportando quanto ha scritto di recente un giornalista molto attento a questi problemi, “affinché la guida autonoma diventi realtà, e non solo disponibile sui prototipi, occorre che ci siano le condizioni legali che lo consentano. Si tratta di uno dei punti più difficili dell’agenda politica dei tre Paesi che stanno conducendo i test”.
Sono tutti elementi da verificare con attenzione, ma in ogni caso per il settore assicurativo si porranno nuovi problemi. “Meglio iniziare a esaminarli subito. Per esempio, se un’auto che si guida da sola è coinvolta in un incidente a chi va imputata la responsabilità e chiesto il risarcimento? Al proprietario-passeggero? al costruttore? a chi ha fornito il software? Non si tratta di una ipotesi fuori della realtà perché si è già verificato, come sapete, un incidente mortale che ha coinvolto una vettura a guida automatica”.
Aldilà dei tempi di perfezionamento e d’ingresso sul mercato di queste nuove automobili, andrà prima di tutto affrontata una complessa fase transitoria, nella quale continueranno a circolare, con percentuali diverse da una nazione all’altra, le vetture tradizionali insieme con quelle a guida autonoma. Nessuno per ora si è avventurato in una previsione esatta sui tempi e sulle incognite di questa trasformazione progressiva del parco auto nei singoli Paesi.
Dalla proprietà alla condivisione
Per oltre un secolo, il rapporto dei singoli con l’automobile è stato fondato sulla proprietà, con l’auto ritenuta un simbolo della condizione sociale e del prestigio del proprietario. Questo rapporto, ha sottolineato Alessi, è destinato sempre più velocemente a ridursi, sostituito dalla condivisione.
La proprietà resterà riservata soprattutto alle auto storiche, la cui conservazione sarà esaltata, visto che sono state le grandi protagoniste del secolo passato, e possono essere considerate delle vere e proprie opere d’arte che testimoniano la genialità degli stilisti e l’abilità dei costruttori. Considerazioni analoghe possono esser fatte per auto di altissima gamma: sarà difficile vedere condivisa una Ferrari.
2La condivisione è già in atto per le auto che possiamo definire normali. Nei Paesi più industrializzati, e anche da noi, sono già presenti diverse forme di condivisione, basate sul principio che la stessa auto si utilizza solo quando è necessario, poi saranno altri a servirsene. Questo avviene col “Car Sharing”. Il” Car Pooling” prevede invece spostamenti in auto, soprattutto a medio e lungo raggio, condivisi da diversi soggetti che dividono le spese”.
Il “Car Peer to Peer”, già in uso negli Stati Uniti, è una sorta di autonoleggio fra privati. Parte dal presupposto che l’auto rimane mediamente ferma per gran parte della giornata, sotto l’ufficio o davanti a casa di notte. Perché non farla circolare anche in questi periodi, concedendola a un altro che ne pagherà l’uso? Bastano un collegamento wireless, un telefonino e un sito dove prenotare il modello disponibile e stabilire l’orario e il prezzo di utilizzo.
Le compagnie di assicurazione, conclude Alessi, nate per proteggere dai rischi, dovranno misurarsi oltre che con il loro ambito storico tradizionale, anche su terreni nuovi, come la fornitura di servizi tutti da inventare, richiesti da una realtà sociale, economica e tecnologica, in continua trasformazione. Del resto tutti i settori produttivi, per effetto della rivoluzione digitale, stanno giocandosi di questi tempi il proprio futuro. Basta pensare alle banche e ai servizi di distribuzione e vendita. Lo stesso vale per il settore delle assicurazioni.