I tassi rimarranno bassi. Ma le riforme sono urgenti
di Giacomo Berbenni

La Bce ha lasciato i tassi invariati a zero, annunciando che rimarranno bassi a lungo. Non solo: il Quantitative easing sarà esteso oltre marzo 2017 se necessario. Il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha spiegato che il consiglio direttivo non ha discusso un allungamento della scadenza o dell’ammontare del piano di acquisto di bond, che procederà al ritmo di 80 miliardi di euro al mese, ma ha incaricato un comitato di studiare eventuali strade per estendere, se necessario, gli stimoli monetari.

Come previsto, il tasso di rifinanziamento è rimasto al minimo storico dello 0%.

Invariati anche il tasso sui depositi a -0,4% e il tasso marginale allo 0,25%. I banchieri di Francoforte sono consapevoli «che i tassi di interesse negativi avranno conseguenze problematiche per le banche, ma bisogna essere pazienti: devono restare bassi perché la ripresa prosegua, così alla fine avranno un effetto positivo anche per i bilanci della banca». Draghi ha aggiunto che finora non si sono registrati effetti negativi sui bilanci delle banche, avvertendo che i tassi negativi «non possono diventare una giustificazione per qualsiasi cosa non vada nel mondo bancario».

Parlando della crescita, il numero uno dell’istituto ha evidenziato che «i rischi continuano a essere orientati al ribasso». La ripresa proseguirà «a un ritmo moderato ma stabile e l’inflazione risalirà gradualmente nei prossimi mesi».

A frenare la crescita sono «la domanda estera sotto tono, l’incertezza legata al referendum sull’uscita del Regno Unito dalla Ue, i necessari aggiustamenti di bilancio, la lenta applicazione delle riforme strutturali».

L’Eurotower ha rivisto leggermente al rialzo le stime sulla crescita nell’Eurozona, che per il 2016 passano all’1,7 dall’1,6% previsto in precedenza. Al contrario, l’incremento del pil atteso per il 2017 e il 2018 scende da +1,7 a +1,6%. Invariate le previsioni sull’inflazione: 0,2% nel 2016, 1,2% nel 2017 e 2% nel medio termine. «Occorre mantenere un ammontare significativo di accomodamento monetario per riportare l’inflazione a livelli prossimi ma inferiori al 2%», ha osservato Draghi. «Continueremo a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione nell’ambito del nostro mandato». Infine, il banchiere ha nuovamente strigliato i governi: le riforme strutturali «sono necessarie in tutti i paesi dell’area euro per aumentare la produttività».

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