di Anna Messia
Generali si allea con la compagnia americana Progressive Group of Insurance company con l’intenzione di mettere a fattor comune le riciproche conoscenze acquisite nella gestione del ramo danni e, in particolare dell’auto, e potenziare così l’offerta telematica. Il gruppo Usa è la quarta maggiore assicurazione auto negli Stati Uniti, leader nella vendita di polizze per i motocicli e al primo posto nella stipula di polizze assicurative per autoveicoli ad uso commerciale. Progressive è noto in particolare, per aver ottenuto dagli automobilisti americano più di 4 milioni di adesioni a shapshot, il programma di scontistica volontario attraverso il quale gli assicurati possono risparmiare sulla polizza auto, condividendo con la compagnia i dati sul proprio stile di guida. Dal canto suo Generali , tramite Genertel, la compagnia del gruppo specializzata nei canali diretti, è stata la prima a lanciare in Italia nel 2011 una polizza pay as you drive che nella tariffazione tiene conto dello stile di guida dei clienti, premiando i clienti più prudenti e proprio di recente ha esteso l’offerta anche con un nuovo prodotto distribuito da Generali Italia. «La partnership con Progressive consente a Generali di accelerare l’esecuzione delle strategie legate alla connected insurance e all’advanced analytics», spiega a MF-MilanoFinanza il chief insurance officer di Generali , Valter Trevisani. «L’intenzione», aggiunge, «è di lavorare insieme per lo sviluppo e il pricing dei prodotti ma anche nella liquidazione dei nuovi prodotti, ma anche nella liquidazione dei sinistri per migliorare la qualità dei servizi offerti al clienti e incrementare così la loro soddisfazione e di conseguenza la fedeltà al gruppo Generali ». Oltre, ovviamente, a migliorare ulteriormente la performance tecnica della compagnia che a giugno scorso aveva registrato un combined ratio (rapporto tra sinistri più costi, rispetto ai premi) complessivo del 92,3%, in miglioramento di 0,3 punti percentuali, con l’Italia miglior mercato nel gruppo grazie a un combined ratio dell’88,6%.
La base dati su cui lavorare per mettere a frutto la partnership è imponente: messi insieme i due gruppo hanno premi danni di oltre 40 miliardi e più della metà arrivano proprio dal settore motor. Progressive, in particolare, ha un portafoglio danni di 19 miliardi di dollari, di cui circa 10 miliardi fanno capo alle auto, mentre Generali gestisce premi Danni lordi danni per 20,8 miliardi, di cui 8,1 sono auto. «L’Italia è il secondo mercato nella telematica legata al settore assicurativo, subito dopo gli Stati Unit», continua Trevisan e l’operazione con Progressive è solo l’ultima di una serie di iniziative del gruppo volte ad aumentare il peso della tecnologie nelle assicurazioni. Di recente Generali , in Germania, ha lanciato con Discovery Insurance, leader di mercato in Sud Africa, il programma Vitality che favorisce stili di vita più sani con sconti sulle polizze Vita (puro rischio) che «sta andando molto bene», dice Trevisani e l’anno scorso era stata acquisita anche l’inglese My Drive Solutions, una start up con sede a Londra, specializzata nella profilazione comportamentale. Quella di ieri è però la prima operazione che porta la firma del direttore generale Alberto Minali, che dal marzo scorso, quando Philippe Donnet ha preso le redini del gruppo, ha avuto la delega anche sull’area Data Analytics, al centro dell’accordo con Progressive. Ieri intanto Société Générale ha chiarito i dettagli della sua partecipazione del 4,171% detenuta in Generali come emerso dalle comunicazioni Consob. «E’ il risultato di operazioni realizzate per conto dei clienti nell’ambito delle attività di mercato della banca», ha precisato il gruppo francese e solo lo 0,9% ha diritti di voto. (riproduzione riservata)
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