di Anna Messia
La relazione da inizio agosto si è fatta inevitabilmente più tesa, ma il dialogo tra la Popolare di Vicenza e Cattolica Assicurazioni resta aperto e non è affatto escluso che le due società possano rimanere alleate nel settore delle polizze, anche se su basi completamente diverse rispetto al passato. Ieri si è tenuto il primo consiglio di amministrazione dell’assicurazione di Verona dopo che la compagnia guidata da Giovan Battista Mazzucchelli, il 4 agosto scorso, ha deciso di esercitare il diritto di recesso dalla joint venture bancassicurativa che avevano creato insieme quasi 10 anni fa.
Il cda di Cattolica era già convocato da tempo ma come era prevedibile, i due rappresentanti della banca in consiglio, Anna Tosolini e il vicepresidente della compagnia, Manfredo Turchetti, non hanno preso parte ai lavori. Del resto, tra le conseguenze dirette dello scioglimento della partnership c’è il venir meno degli incroci tra i cda. I rappresentanti di Vicenza dovranno lasciare presto il consiglio della compagnia ma non sembra esserci fretta. Ieri a Verona non hanno preso alcuna decisione in tal senso e non si è parlato neppure di possibili sostituzioni, in attesa delle dimissioni volontarie dei due rappresentanti. Il quadro potrà essere più chiaro lunedì prossimo, quando si riunirà anche il cda della banca rilevata dal fondo Atlante per approvare la semestrale.
L’istituto dovrà inevitabilmente prendere atto della decisione di Cattolica di rompere la joint venture (diritto acquisito dopo la trasformazione della banca in spa) e iniziare a calcolarne le conseguenze che potrebbero essere pesanti. Il probabile esercizio dell’opzione di vendita sulla joint venture da parte di Cattolica (da esercitare entro i prossimi cinque mesi) costringerà Bpvi a un esborso di oltre 170 milioni e a questo si dovrà aggiungere la probabile svalutazione del 15% di Cattolica, che pesa per altri 200 milioni, e che finora la banca aveva potuto evitare proprio grazie all’esistenza della partnership strategica. Ma le società sembrano essere consapevoli che restare alleati nella distribuzione delle polizze potrebbe avvantaggiare entrambi. Sia perché si tratta di un’alleanza testata rodata e nel tempo che, al di la della burrasca della banca dell’ultimo periodo, ha dimostrato di funzionare bene. Sia per la contiguità territoriale. (riproduzione riservata)
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