Trasferirà la sede legale, ma quotata a Milano
Exor trasferisce la propria sede legale in Olanda, ma resterà quotata a Milano. Anche la holding della famiglia Agnelli segue la strada già percorsa da Fca, Cnh e Ferrari. La fusione tra Exor e la controllata olandese Exor Holding Nv «ci consente di ottenere una struttura societaria più semplice e rappresenta un ulteriore importante passo avanti nel percorso di sviluppo di una holding come Exor che opera in tutto il mondo», ha dichiarato il presidente e a.d. John Elkann, secondo cui «negli ultimi 10 anni abbiamo continuato a semplificare la nostra organizzazione e a svilupparci seguendo l’evoluzione dei nostri business». «I nostri principali investimenti», ha spiegato Elkann. «hanno già riorganizzato le proprie strutture societarie per riflettere meglio la loro attività globale ed è quindi naturale che Exor si allinei a loro».

La controllata dalla famiglia Agnelli proporrà agli azionisti una semplificazione della struttura societaria che risponda meglio al crescente profilo internazionale della società e dei suoi business. In particolare, il cda ha approvato ieri un progetto di fusione transfrontaliera per incorporazione in Exor Holding N.V., società olandese interamente controllata da Exor stessa, che all’esito della fusione sarà la nuova holding. Ogni azionista di Exor riceverà un titolo ordinario di Exor N.V. che a sua volta attribuirà un diritto di voto per ogni azione Exor detenuta. Le azioni ordinarie Exor N.V. saranno quotate esclusivamente sull’Mta di Borsa I.

La società olandese adotterà un meccanismo di fidelizzazione che premia gli azionisti di lungo termine: per ogni azione ordinaria Exor N.V. detenuta ininterrottamente per un periodo di 5 anni, i soci otterranno infatti 5 diritti di voto e, per ogni azione ordinaria Exor N.V. posseduta ininterrottamente per un periodo complessivo di 10 anni, avranno diritto, al termine di tale periodo, a 10 diritti di voto.

L’operazione è subordinata, alla condizione che l’ammontare dell’importo da pagare da parte di Exor agli azionisti che abbiano esercitato il diritto di recesso e ai creditori che abbiano proposto opposizione non sia superiore a 400 milioni di euro.

L’azionista di controllo, Giovanni Agnelli & C. Sapaz e alcuni imprenditori e istituzioni che investono con una prospettiva di lungo termine hanno assunto impegni di acquisto delle azioni Exor rivenienti dall’esercizio del diritto di recesso che non siano state collocate presso soci e terzi. La Sapaz si è anche impegnata ad acquistare azioni inoptate e nonprelazionate fino a un massimo di 100 milioni, mentre gli altri investitori rileveranno le altre azioni inoptate e non prelazionate eccedenti 100 milioni, proporzionalmente all’impegno sottoscritto, fino a un massimo di 300 milioni.

Il prezzo che verrà riconosciuto agli azionisti che chiederanno il recesso è di 31,2348 euro ad azione. Il prezzo di chiusura delle azioni Exor ieri è stato di 33,51. Sapaz, che detiene oggi il 52,99% di Exor, ha confermato il pieno sostegno all’operazione.

«Il meccanismo di fidelizzazione incentiverà gli azionisti che investono sul lungo termine e sono felice che questo progetto abbia già ricevuto il sostegno di istituzioni e di imprenditori di grande successo a livello mondiale, alcuni dei quali siamo orgogliosi di avere già come attuali azionisti».

Per quanto riguarda i tempi attesi per portare a compimento il riassetto, Exor ritiene che la fusione possa diventare efficace entro fine 2016. Il 3 settembre è prevista l’assemblea degli azionisti Exor per approvare il progetto.

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