Il 1° gennaio 2016 è entrato a regime il nuovo sistema di vigilanza prudenziale Solvency II.

A partire dal mese di maggio, le compagnie di assicurazione hanno iniziato a inviare all’IVASS il primo reporting Solvency II (c.d. Day one) contenente informazioni sulla solvibilità relative all’anno 2015 e al primo trimestre 2016.

Vista la concomitanza dei due sistemi di vigilanza prudenziale, l’ANIA ha avviato un’indagine statistica volta ad analizzare l’evoluzione del solvency capital ratio – indicatore che misura quanto i mezzi propri delle imprese siano adeguati per far fronte ai rischi tecnico/finanziari peculiari del settore assicurativo – nel passaggio da Solvency I a Solvency II.

Hanno partecipato all’indagine la quasi totalità delle compagnie di assicurazione (102 imprese, per una quota di mercato pari al 96,8%). Alle compagnie è stato richiesto di fornire i dati necessari per il calcolo dell’indice di solvibilità così calcolato:
‐ Per Solvency I: Margine di solvibilità posseduto/Margine richiesto
‐ Per Solvency II: Fondi propri ammissibili/SCR (Solvency Capital Requirement)

In particolare, per Solvency II è stato richiesto alle imprese di indicare la metodologia di calcolo dell’SCR e i risultati hanno messo in evidenza che tra tutte le imprese partecipanti all’indagine: 90 imprese hanno utilizzato la Standard Formula; 3 imprese la Standard Formula con utilizzo di USP (Undertaking Specific Parameters); 4 imprese il modello interno parziale; 5 imprese il modello interno completo. L’analisi ha riguardato distintamente le compagnie operanti nel settore Danni, quello Vita e le compagnie multiramo (o miste).

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Analizzando la distribuzione dei dati (ancora provvisori) forniti dalle imprese, la mediana del Solvency II Capital ratio per il totale delle attività assicurative è risultata pari a 1,98, lievemente al di sopra del valore calcolato secondo l’attuale normativa vigente (1,87). Leggermente più evidente il divario tra i due rapporti se si considerano i valori medi: il Solvency Capital Ratio calcolato secondo il nuovo sistema di vigilanza prudenziale è stato pari a 2,32, mentre lo stesso indicatore calcolato secondo la normativa Solvency I è risultato pari a 1,81 (molto vicino al valore mediano). Analizzando gli stessi risultati ma a livello dei singoli comparti assicurativi, risulta che:

  •  l’impresa mediana operante nel settore danni presenta un Solvency II Capital ratio pari a 1,67, inferiore di circa un punto rispetto a Solvency I (2,65). Tale scarto negativo si riscontra pressoché in tutta la distribuzione analizzata: al 25° percentile è 1,36 il valore Solvency II contro 1,91 per il Solvency I; al 75° percentile la differenza è ancor più ampia (2,16 per Solvency II contro 3,85 per Solvency I). Anche analizzando i valori medi si riscontra un valore per Solvency II pari a 1,63 contro 2,83 per Solvency I.

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  • l’impresa mediana operante nel settore vita registra un Solvency II Capital ratio pari a 2,47, quasi il doppio rispetto a quanto rilevato con Solvency I (1,31). Tale incremento è comune a tutta la distribuzione di valori analizzata come mostrano i dati percentili riportati in tabella. Anche il valore medio evidenzia questo andamento con un ratio pari a 2,55 calcolato secondo il nuovo sistema di vigilanza prudenziale, rispetto a 1,32 calcolato secondo Solvency I.

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  • anche per quanto riguarda le imprese miste, autorizzate cioè a esercitare in entrambi i settori, l’indicatore dell’impresa mediana sembra in aumento (+0,75 punti) nel passaggio tra i due sistemi di vigilanza prudenziale. Tale incremento non è però confermato dal valore medio che risulta più stabile (2,33 per Solvency II contro 2,20 per Solvency I).

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Si osserva che la misura della variabilità del Solvency Capital ratio (quantificata tramite l’indicatore scarto interquartilico) diminuisce nel settore Danni nel passaggio da Solvency I a Solvency II (da 1,93 a 0,80 punti) mentre aumenta nel settore Vita (da 0,54 a 1,21). Rimane, infine, più stabile per le imprese miste.

Fonte: ANIA Trends