di William Boston – traduzione di Giorgia Crespi
Stando a quanto riferito dai concessionari ricevuti dall’azienda venerdì 15 luglio, i vertici Usa di Volkswagen si sono impegnati a risarcire le centinaia di rivenditori americani danneggiati dallo scandalo delle emissioni. La promessa è stata fatta a più di 150 concessionari Volkswagen del Nordest in occasione di un incontro, durato quasi tre ore, tenuto al Renaissance Hotel di Newark (New Jersey).
Riconoscere ai concessionari il diritto a un indennizzo per i danni subiti a causa del Dieselgate, che ha coinvolto quasi 500 mila veicoli diesel solo negli Stati Uniti, non ha precedenti nella storia di Wolfsburg. Restano da capire i dettagli, visto che le trattative sono ancora in corso. Volkswagen sta incontrando i dealer da un capo all’altro degli Usa per spiegare come attuerà la storica transazione da 15 miliardi di dollari siglata a giugno con i clienti e le autorità governative. L’azienda ha trasmesso ai rivenditori un dettagliato programma di riacquisto e riparazione. I proprietari delle vetture incriminate in circolazione negli Stati Uniti potranno rivendere o far sistemare i veicoli a partire da ottobre, in attesa del via libera del tribunale al patteggiamento. Il programma di riacquisto si concluderà a fine 2018.
In ottobre sarà disponibile la correzione del software sui diesel di terza generazione, seguito da una «modifica software/hardware» per quelli di prima generazione entro gennaio e un aggiornamento software per quelli di seconda generazione nel mese di febbraio. Entro ottobre 2017 dovrebbe essere pronta una soluzione hardware per la terza generazione.
Tuttavia, l’Authority americana a tutela dell’ambiente non ha ancora approvato le correzioni per le quasi 500 mila vetture su cui ha giurisdizione.
Il «Tdi Settlement Program», esposto venerdì ai concessionari, prevede le modalità con le quali i clienti potranno rivendere ai dealer le auto o procedere alla sistemazione. In base ai documenti distribuiti al meeting, il programma riguarda i quasi 500 mila diesel contaminati attualmente in circolazione sulle strade degli Stati Uniti, da unire ad altri 12 mila veicoli rimasti in carico ai concessionari. Mentre Mark McNabb, senior executive di Volkswagen of America, delineava il programma, uno dei rivenditori ha interrotto e spostato la discussione sulle richieste di risarcimento, fino a oggi escluse dall’agenda di Vw. Steve Kalafer, comproprietario di un grande punto vendita nel New Jersey, ha espresso frustrazione per il fatto che la società non si fosse ancora impegnata a una qualsiasi compensazione per i 650 dealer di Oltreatlentico.
In risposta, McNabb ha riferito di «un acceso dibattito» interno circa un accordo per garantire ai rivenditori il «giusto risarcimento», specificando che la società dovrebbe pronunciarsi in merito entro agosto. «Stando a McNabb l’azienda starebbe lavorando a un’equa soluzione e al rimborso ai concessionari. Ha usato la parola rimborso ai concessionari per la prima volta», ha detto Kalafer al Wall Street Journal in un’intervista a margine dell’incontro.
Secondo Michael DiFeo, membro del consiglio consultivo di gestione di una concessionaria a Roselle (New Jersey), gran parte della discussione di venerdì si è concentrata sulle modalità di riacquisto o rettifica dei diesel manipolati. McNabb «ha citato un regolamento nei confronti dei concessionari e ha riferito che il dialogo con la Commissione va molto bene. Quando un dealer ha richiesto dettagli sulle tempistiche, Mark ha auspicato circa 30 giorni».
In base ai documenti distribuiti da Volkswagen , i clienti che sceglieranno di rivendere innanzitutto contatteranno un «esperto di liquidazioni» indipendente che, a sua volta, gestirà le comunicazioni con il concessionario. Se fosse disponibile la rettifica per il veicolo in questione, il dealer sarebbe titolare di un’opzione di acquisto. Se rifiuta, l’auto viene proposta ad altri rivenditori.
I colloqui con la Dealer Investment Commission, istituita per negoziare i reclami dei rivenditori, «sono in corso e procedono bene» sotto la guida della nuova gestione americana, ammette Alan Brown, dealer di Lewisville (Texas) e presidente del consiglio consultivo. «Sono più ottimista su Vw e il nostro futuro». A differenza dei clienti, che hanno portato l’azienda in tribunale, i concessionari hanno optato per una trattativa informale, ma alcuni hanno minacciato ricorso se Volkswagen non darà un equo compenso.
«La riparazione per i consumatori è molto generosa, ma è stata ottenuta puntando la pistola alla tempia dei vertici», commenta Kalafer. «Vogliamo sapere cosa Volkswagen ci riserverà visto che non abbiamo sposato un simile approccio». Peraltro negli ultimi anni i dealer Usa di Wolfsburg hanno investito milioni di dollari per amodernare le concessionarie.
Si sono attrezzati per il lancio di nuovi prodotti volti a soddisfare i gusti degli americani al fine di arrivare a 800 mila veicoli venduti all’anno entro il 2018. Lo scorso settembre il piano si è arenato, quando le autorità Usa hanno denunciato la manipolazione dei motori diesel da parte di Volkswagen per falsare il test delle emissioni. Nei mesi successivi le vendite della casa tedesca negli Usa sono crollate, e di alcuni modelli è stata vietata la circolazione, lasciando sulle spalle dei concessionari un pesante invenduto.
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