di Pasquale Quaranta
Nei casi di omicidio colposo e lesioni personali colpose commessi nell’esercizio della professione sanitaria, la punibilità viene esclusa solo nei casi di imperizia e qualora siano rispettate le linee guida. In mancanza di queste ultime, si dovranno rispettare le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto. È quanto prevede un emendamento del relatore Amedeo Bianco (Pd) presentato ieri al disegno di legge sulla responsabilità professionale in esame nella commissione igiene e sanità del senato. Inoltre, il senatore, ha proposto anche che l’esercente la professione sanitaria risponde del proprio operato ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, cioè nel caso di risarcimento per fatto illecito, salvo che abbia agito nell’adempimento dell’obbligazione contrattuale assunta con il paziente. Il giudice, successivamente, nella determinazione del risarcimento del danno, dovrà tenere conto della condotta dell’esercente la professione sanitaria ossia del rispetto delle linee guida. Obiettivo finale delle due proposte è quello di recepire le condizioni contenute nel parere emanato, nei giorni scorsi, dalla Commissione giustizia il cui contenuto è stato anticipato il 14 giugno da ItaliaOggi. Per tali ragioni è estremamente probabile che questi emendamenti possano essere approvati già nella prossima settimana poiché troverebbe concordi tutti i gruppi di maggioranza e il ministero della giustizia. Un’altra modifica che la Commissione igiene e sanità del senato dovrebbe apportare è quella relativa alla reintegrazione della giurisdizione della Corte dei conti nell’azione di rivalsa. Quest’ultima correzione è sostenuta , soprattutto, dai magistrati contabili in quanto la ritengono necessaria per garantire decisioni più celeri nei processi.
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