di Andrea Pira
Il decreto banche su rimborsi e sul recupero crediti è legge. Ieri la Camera ha dato il via libera definitivo con 287 voti a favore, 173 contro e 3 astenuti. Passa così con una doppia fiducia in entrambi i rami del Parlamento il provvedimento con il quale il governo ha stabilito i criteri di ristoro per gli obbligazionisti colpiti dalla risoluzione di Banca Etruria , Banca Marche, CariChieti e CariFerrara e con il quale allo stesso tempo ha cercato una soluzione per accelerare i tempi per il recupero dei crediti, nell’attesa che la delega per la riforma organica della legge fallimentare concluda il proprio iter. Nella parte sui rimborsi le norme sono frutto del negoziato con l’Unione Europea ed ecco perché, fatti salvi alcuni aggiustamenti, al Senato il testo non è stato toccato.
I risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate dei quattro istituti salvati avranno sei mesi di tempo per presentare istanza e ottenere un rimborso forfettario ed esentasse dell’80%. Ne potranno beneficiare quei risparmiatori che hanno un reddito complessivo inferiore a 35 mila euro o un patrimonio mobiliare fino a 100 mila euro. I titoli dovranno comunque essere stati acquistati entro il 12 giugno 2014, data della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea della direttiva sulla risoluzione e sul risanamento delle crisi bancarie. Alla domanda di rimborso l’investitore deve allegare: il contratto di acquisto degli strumenti finanziari subordinati; i moduli di sottoscrizione o d’ordine di acquisto; l’attestazione degli ordini eseguiti; una dichiarazione sulla consistenza del patrimonio mobiliare. Resta comunque aperta la possibilità di rinunciare al rimborso forfettario per tentare la strada dell’arbitrato Anac, possibile per quanti non rientrano nella platea stabilita dai criteri del provvedimento, con la speranza di avere ristoro totale.
La seconda gamba del decreto, forse la più criticata dalle opposizioni che hanno votato contro, è quella che snellisce le procedure per il recupero dei crediti e dà maggiori garanzie ai creditori nelle procedure fallimentari. Si tratta di uno dei pilastri per smaltire la mole di sofferenze in pancia alle banche. Tra le novità ci sono il pegno mobiliare non possessorio e il cosiddetto patto marciano. Con il primo la garanzia sul credito può essere estesa ad altri beni rispetto a quelli originariamente individuati, che, iscritti in un apposito registro, possono essere utilizzati dal debitore. Con il patto marciano invece, previo accordo tra le parti, la banca in caso di inadempienza può acquisire il bene dato in garanzia senza asta. L’inadempienza scatta quando il mancato pagamento di almeno tre rate non consecutive si protrae per oltre nove mesi, che salgono a 12 se il debitore ha pagato l’85% del capitale. Il decreto amplia inoltre l’operatività del Fondo di solidarietà per la gestione degli esuberi delle ristrutturazioni bancarie, estendendo lo scivolo a sette anni.
Il decreto infine concede al Tesoro la Sga, il veicolo costituito per il salvataggio del Banco di Napoli, che potrà acquistare e gestire crediti anche di altri soggetti. (riproduzione riservata)
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