di Marcello Bussi
La Bce ha avviato ieri il nuovo piano di acquisti di corporate bond, preannunciato lo scorso marzo. Tra i titoli acquistati spiccano quelli della compagnia assicurativa Generali , Renault , Siemens , Telefonica e dell’utility francese Engie . L’azione dell’Istituto di Francoforte ha avuto effetti positivi sull’azione del Leone di Trieste, che ha chiuso in rialzo dell’1,9% a 12,95 euro.
L’acquisto di corporate bond va ad aggiungersi a quelli del debito pubblico governativo, degli abs e dei covered bond. La Bce compra obbligazioni per 80 miliardi di euro al mese. Ma è difficile reperire sul mercato obbligazioni che abbiano le caratteristiche per essere acquistate. E così l’Eurotower deve comprare corporate bond per almeno 5 miliardi di euro al mese.
Secondo Victoria Whitehead, portfolio manager di Bnp Paribas Investment Partners, «la sensazione è che se la Bce non riesce a raggiungere questa cifra, il programma sarà considerato un insuccesso». Mentre gli analisti di Danske Bank sottolineano che il tema della scarsità di titoli che la Bce può acquistare resta d’attualità, in quanto più della metà dei titoli di Stato tedeschi non possiede i requisiti per essere comprata dall’Istituto di Francoforte. Infatti i rendimenti dei Bund fino alla scadenza quinquennale offrono un rendimento inferiore al tasso sui depositi, fissato dalla Banca centrale al -0,4%. E ieri quello del Bund decennale è sceso al minimo storico dello 0,033%.
Secondo gli analisti di Deutsche Bank , la Bce si deve preparare a capovolgere la sua politica perché qualcosa è andato storto. «È già chiaro che tassi d’interesse sempre più bassi e l’aumento del Qe devono confrontarsi con un calo dei ritorni». Per gli esperti della banca tedesca, la Bce «ha perso credibilità nel mercato e, con preoccupazione, anche tra il pubblico». L’interventismo dell’Istituto presieduto da Mario Draghi, inoltre, sembra voler diventare sempre più massiccio, permettendo di conseguenza ai politici di ritardare le necessarie riforme per il consolidamento fiscale.
«In questo modo la politica dell’Eurotower sta mettendo a rischio il progetto europeo nel suo complesso in nome di una stabilità di breve termine», sostengono gli analisti di Deutsche Bank . Sempre ieri, François Villeroy de Galhau, governatore della Banca centrale francese, ha dichiarato che i rischi connessi all’helicopter money (l’immissione di liquidità direttamente nelle tasche dei cittadini da parte della Bce) sono più grandi dei possibili benefici, e «non tutti gli strumenti monetari non convenzionali sono legittimi».
Per il governatore, «ci sono limiti anche sui tassi d’interesse negativi». Il banchiere centrale francese sembra quindi lentamente avvicinare la sua posizione a quella del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. E se Draghi dovesse perdere il sostegno francese, sarebbero guai seri. Tira una brutta aria, come emerge dal fatto che nel suo rapporto annuale la Bce ha segnalato che il peso dell’euro come valuta di riserva è sceso al 19,9%, il livello più basso dal 2000. (riproduzione riservata)
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