di Anna Messia
Il termine è fissato per il 4 settembre, ma è molto probabile che Cattolica sia chiamata a decidere ben prima che cosa fare della partnership con la Banca Popolare di Vicenza. La possibilità di sciogliere l’alleanza, vendendo alla banca le sue quote nelle tre società di bancassurance compartecipate, ossia Berica Vita, Cattolica Life e Abc Assicura (60% Cattolica, 40% Bpvi), è scattata il 5 marzo scorso, subito dopo la trasformazione in società per azioni della banca vicentina.
Il termine è di 180 giorni e scade appunto a inizio settembre, ma la partita è complicata. Se la compagnia guidata da Giovanni Battista Mazzucchelli decidesse di vendere le sue quote nelle tre compagnie, l’esborso per la Popolare di Vicenza, come scritto nel prospetto informativo messo a punto ad aprile per la quotazione dell’istituto (poi saltata), sarebbe di circa 170 milioni. Una cifra che metterebbe a rischio la tenuta della banca, partecipata oggi al 99% del fondo Atlante, anche per un’altra ragione. La Popolare di Vicenza, azionista di Cattolica con il 15%, ha infatti in carico i titoli della compagnia a 15 euro per azione contro i 5 euro di borsa, perché si tratta di un investimento di natura strategica, di lungo termine, proprio per l’esistenza delle partnership di bancassicurazione in essere. Lo scioglimento obbligherebbe quindi Vicenza a svalutare la sua quota, aggravando la situazione. Effetti negativi che probabilmente la compagnia presieduta da Paolo Bedoni eviterebbe volentieri, visto tra l’altro che è stata (con 40 milioni) tra le assicurazioni che hanno sottoscritto quote di Atlante con l’obiettivo di stabilizzare la banca ed evitare contraccolpi al sistema finanziario. Ma a guardare i risultati trimestrali della compagnia veronese, pubblicati venerdì 13 e chiusi in utile per 25 milioni (su cui hanno inciso 6 milioni di svalutazioni per le azioni Vicenza), emerge chiaramente che l’accordo con la Popolare è in stallo, con la raccolta complessiva Vita che è risultata in calo del 33% a 805 milioni proprio per la debolezza della banca. Temi che Cattolica vorrà probabilmente discutere nei prossimi giorni con Quaestio Capital Management, la sgr milanese presieduta da Alessandro Penati che gestisce Atlante, per trovare una soluzione e ottenere magari una proroga sulla scadenza della put in grado di dare il tempo alla banca di rimettersi in carreggiata ma tutelando allo stesso tempo gli interessi di Cattolica. (riproduzione riservata)
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