È un bicchiere mezzo pieno quello dei conti delle Generali nel primo trimestre dell’anno. La compagnia triestina ha conseguito un utile netto in calo del 13,8% nell’anno a 588 milioni di euro, un risultato operativo in contrazione del 12,3% a 1,163 miliardi (su cui hanno pesato minori profitti di realizzo che a fine periodo risultano pari a 588 milioni, in calo tendenziale del 13,8%).
La raccolta premi del segmento Vita è inoltre in flessione dell’1,3% a 13,43 miliardi, mentre si è mantenuta sostanzialmente stabile nel ramo Danni (-0,6% nell’anno a 6,311 miliardi). Il titolo ha perso in borsa il 3,97%. «Di questi tempi, la borsa ha una certa volatilità, ma sono convinto che i risultati conseguiti nel primo trimestre dell’anno dalle Generali dimostrino la solidità della compagnia e la validità dell’equipe», ha dichiarato il presidente della compagnia triestina, Gabriele Galateri di Genola. «Abbiamo visto che ci sono state plusvalenze che non sono state realizzate», ha inoltre osservato Galateri, riferendosi ai mancati realizzi contabilizzati dal gruppo triestino nel primo trimestre, rispetto a quanto fatto nell’analogo periodo dello scorso esercizio. Tale dinamica ha gioco forza impattato negativamente sui conti di periodo. «Ritengo tuttavia che l’andamento ordinario dell’azienda stia dimostrando che stiamo facendo le cose giuste».
Il presidente del Leone ha infine ricordato la nomina di Frederic de Courtois, annunciata mercoledì sera, alla guida «di una funzione importante, mentre Marco Sesana è diventato a.d. di Generali Italia. «Voglio esprimere un apprezzamento molto chiaro sul valore dei nuovi manager: la nuova equipe che dirige le Generali offre la garanzia di sviluppi importanti per la compagnia», ha concluso Galateri.
I vertici del Leone hanno comunque motivo per festeggiare un operating Roe annualizzato che, malgrado una congiuntura non certo favorevole sui mercati, si è comunque attestato al 13,3%, centrando quindi il target di Piano indicato al di sopra del 13%. Altri elementi positivi emersi dai numeri della prima parte dell’anno sono poi il valore della nuova produzione, cresciuto del 12,7% a 361 milioni, e il patrimonio netto che si conferma solido e in progresso del 5,8% a 24,9 miliardi.
Sul fronte patrimoniale, l’economic solvency ratio di fine periodo calcolato applicando il modello interno è pari a 188% (202% al termine del 2015). Il ratio si mantiene a un livello che la compagnia definisce «ottimo», con un impatto negativo dovuto al contesto economico che viene parzialmente compensato dalla generazione ricorrente di capitale, mantenuta a sua volta «solida». Il regulatory solvency ratio si attesta a 161% (175% fy 2015).
Nella conference call di commento ai risultati del primo trimestre, il d.g. e cfo della compagnia triestina, Alberto Minali, ha assicurato che i target enunciati nel piano strategico «saranno mantenuti» nonostante il quadro generale «sia oggi più complesso rispetto a quando lo avevamo elaborato. Non ci sarà alcun aggiornamento, quanto piuttosto un’analisi molto dettagliata che abbiamo già iniziato assieme al nuovo group ceo, Philippe Donnet, per capire dove possiamo recuperare ulteriormente redditività». Il top manager ha spiegato anche che il Leone dovrà essere «più efficiente» e che non a caso nelle scorse settimane, in diversi mercati in cui il gruppo assicurativo opera «sono partiti programmi di rivisitazione delle strutture di portafoglio per cercare di dare più spinta alla redditività». Il tutto, comunque, «con la consapevolezza che i rendimenti finanziari non possono compensare nel breve termine la parte operativa».
Una stampella importante ai conti arriva dai flussi di rendimento garantiti con costanza dagli immobili a reddito, in particolare nel settore terziario. «La nostra idea», ha dichiarato Minali, «è crescere ancora in questa area di business nelle grandi città europee ma anche fuori dall’Europa. Intendiamo fare investimenti nei prossimi anni». Per quanto riguarda il Fondo Atlante, che vede le Generali tra i top contributor con un investimento pari a 150 milioni di euro, il d.g. del Leone ha spiegato che la compagnia «assumerà circa 100 milioni di rischio» in conto capitale, con «un impatto previsto di 0,4-0,5 punti nel solvency ratio». In serata, la compagnia ha inoltre comunicato al mercato un nuovo assetto organizzativo di gruppo. Tra i punti salienti, è stata costituita una nuova funzione, Global Business Lines & International, che unisce l’attuale unità Global Business Lines e le regioni Emea, Asia e Americas. La responsabilità di tale funzione è stata affidata all’ex numero uno di Axa Italia, Frederic de Courtois, che entrerà nel gruppo entro settembre a diretto riporto del ceo Philippe Donnet.
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