di Paola Valentini
Banca Generali batte le stime degli analisti chiudendo il primo trimestre 2016 con un utile netto di 29,4 milioni, rispetto ai 26,5 milioni del consenso, e rivede al rialzo le stime di raccolta per quest’anno. Il bilancio del trimestre ha evidenziato un forte calo dell’ultima riga di bilancio (93,1 milioni nello stesso periodo 2015) a causa della drastica riduzione dei ricavi legati alle commissioni di performance. Nel primo trimestre dello scorso anno le commissioni di performance, che avevano invece beneficiato dell’eccezionale fiducia generata dagli stimoli straordinari delle banche centrali, erano state di 72 milioni, mentre nei primi tre mesi di quest’anno, a causa di condizioni dei mercati opposte, sono scese a 1 milione. Nel frattempo la raccolta netta della banca del Leone è risultata ai massimi storici (1,5 miliardi a fine marzo, +34% rispetto a marzo 2015) e con i dati a fine aprile è salita a circa 2 miliardi. «La volatilità dei listini è stata accompagnata da tassi estremamente bassi. In questo clima di insicurezza Banca Generali ha saputo porsi come un interlocutore di riferimento per una clientela attenta alla solidità e al servizio offerto», spiega il direttore generale Gian Maria Mossa. «I segnali dalla raccolta sono superiori alle nostre previsioni», aggiunge Mossa che punta su «un aumento delle stime di raccolta per l’intero 2016 dai precedenti 3-3,5 miliardi a 3,5-4 miliardi».
L’aumento delle masse si è tradotto un un’ulteriore crescita delle commissioni di gestione, che sono salite dell’8,5% a 116,7 milioni. Quindi il margine d’intermediazione è passato a 94,9 milioni dai 180,5 di marzo 2015. La variazione è legata, oltre alla citata diminuzione delle commissioni di performance, anche alla normalizzazione dell’attività di trading e al definitivo esaurirsi delle operazioni di rifinanziamento promosse dalla Bce (Ltro). Al netto di queste operazioni, i ricavi netti ricorrenti si sono confermati stabili a 79,5 (80,7 milioni nello stesso periodo dello scorso anno). I costi operativi netti sono aumentati a 43,3 milioni, con un incremento del 4,4%, che si riduce al 2,2% al netto dello stanziamento di 900 mila effettuato per il Fondo di risoluzione delle banche. La banca ha poi mantenuto un’importante quota di investimenti nei progetti strategici di digitalizzazione e nello sviluppo legato alla crescita dimensionale e al rafforzamento della rete di professionisti. «In quattro mesi abbiamo reclutato una cinquantina di consulenti con un significativo aumento del portafoglio medio», conclude Mossa. (riproduzione riservata)
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