Nel 2015 il tasso di partecipazione delle famiglie italiane ai mercati finanziari si è attestato al 50% circa, sostanzialmente in linea con l’anno precedente e significativamente al di sopra del livello registrato nel 2013 (41%).
È quanto emerge dalla Relazione annuale della Consob 2015, secondo la quale la quota degli investitori retail che detengono almeno un’attività’ rischiosa (azioni, obbligazioni, risparmio gestito, polizze vita e strumenti derivati) ha continuato ad aumentare, portandosi al 35% (contro il 32 e il 26% rispettivamente a fine 2014 e 2013), in netto recupero rispetto al periodo pre-crisi (nel 2007 era pari al 38%).
Il tasso di partecipazione è aumentato soprattutto nel comparto delle obbligazioni bancarie (10% in 2014, 12% in 2015), che si confermano essere i prodotti maggiormente diffusi insieme ai Titoli di Stato (11% circa in 2015). Crescono di circa un punto percentuale anche la partecipazione al mercato delle azioni quotate italiane (da 3,5 in 2014 a 4,5 in 2015) e dei derivati (da valori vicino allo zero all’1,5% circa).
Con riferimento alla composizione della ricchezza finanziaria, sono cresciuti sia la quota allocata in depositi e risparmio postale (dal 48% nel 2014 al 52% nel 2015) sia il peso delle azioni (dal 5 al 6%). È invece diminuita l’incidenza degli investimenti in titoli di Stato e obbligazioni (rispettivamente dal 13 al 10% circa e dal 13 al 12%).
Gli italiani che investono genericamente non lo fanno seguendo le indicazioni di un consulente. A fine 2015, circa il 40% dei decisori finanziari non ha un consulente di fiducia e il restante 60% evidenzia comunque una scarsa diffusione della consulenza. La quota degli investitori che scelgono in completa autonomia è il 24% circa, mentre il 38% si affida a parenti, amici e colleghi. Il 90% dei decisori finanziari italiani, infine, dichiara di essere disposto a investire a condizione che siano garantiti la protezione del capitale e/o un rendimento minino: il dato è in netta crescita rispetto al 2014 (70% circa).
Sotto il profilo dell’attività di educazione finanziaria, la Relazione conferma che le conoscenze e le competenze finanziarie dei cittadini italiani rimangono insufficienti rispetto alla complessità delle decisioni da prendere e ai rischi da affrontare.
Infine la Commissione ha ricevuto 1830 esposti (1161 nel 2014) con i quali i risparmiatori, e più in generale operatori di mercato, hanno segnalato situazioni o comportamenti messi in atto da soggetti vigilati che apparivano anomali o scorretti. Nella maggior parte dei casi gli esposti si riferiscono a circostanze attinenti alla prestazione di servizi di investimento.