L’obiettivo è un rendimento annuo di almeno il 6%
Il fondo Atlante, nato per assicurare il successo degli aumenti di capitale delle banche italiane più fragili e acquistare sofferenze, promosso da Quaestio Capital Management sgr, ha raccolto, alla data di chiusura giovedì scorso, 4,249 miliardi di euro. Gli investitori sono 67 fra istituzioni italiane ed estere che includono banche, compagnie di assicurazioni, fondazioni bancarie e la Cassa depositi e prestiti.
La quota del singolo partecipante in nessun caso può essere superiore al 20% delle dimensioni del fondo. La durata del fondo è quinquennale, più tre anni rinnovabili di anno in anno, ma potrebbe essere riaperto con la modifica del regolamento che richiede l’assenso del 66,6% delle quote degli investitori. Il periodo di investimento è di 18 mesi, estendibile per altri sei mesi per concludere operazioni già in corso. Fino al 70% del fondo può essere investito in banche con ratio patrimoniali inferiori ai minimi stabiliti nell’ambito dello Srep e che quindi realizzino, su richiesta della Consob, interventi di rafforzamento patrimoniale con aumento di capitale.
Dopo il 30 giugno 2017 tutta la quota del fondo non investita in banche potrà essere investita in Non performing loan, ma non a valore di carico. «Questo dogma per cui compriamo Npl a valore di libro, io non l’ho mai detto e non l’ho mai scritto», ha rimarcato Alessandro Penati, presidente di Quaestio sgr. «Dico semplicemente che c’e uno spread denaro-lettera 20-40 e bisogna ridurlo». Il successo dell’operazione dipenderà comunque da almeno tre fattori cruciali: la capacità delle banche di tornare rapidamente alla redditività operativa, l’assenza di shock negativi nei prossimi due anni, e che lo Stato modifichi le procedure di riscossione del credito e le procedure fallimentari in tempi rapidi. Non bisogna tuttavia aspettarsi di risolvere tutti i problemi del mercato nell’immediato. Con Atlante «si vuole vincere una maratona e non i 100 metri piani, non siamo un bazooka», ha ribadito Penati, evidenziando che «per il re-rating delle banche non bisogna risolvere tutti i problemi, bastano poche storie di successo e l’eliminazione del tail-risk per cambiare la percezione, i mercati funzionano così».
Per quanto riguarda in generale l’intervento sulle banche, Atlante non potrà sottoscrivere più del 75% di una singola emissione, a meno che non sia necessaria ai fini del buon esito dell’operazione. Sono comunque esclusi investimenti che comportino l’obbligo di opa. La ristrutturazione e il rilancio delle banche e la velocità di uscita saranno la chiave del successo. «Prima usciamo dagli investimenti e meglio è», ha affermato Alessandro Penati, presidente di Quaestio sgr, durante la presentazione ufficiale dell’iniziativa svoltasi a Milano.
Il fondo potrà investire con una leva massima del 110%. L’obiettivo finanziario è un rendimento di circa il 6% annuo, anche se «credo che il rendimento sarà più alto», ha detto Penati. «Il fondo deve essere redditizio: altrimenti, invece di innescare un circolo virtuoso, rischia di innescare un circolo vizioso».
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