di Andrea Mascolini
La trasparenza voluta dal nuovo codice dei contratti pubblici e il rafforzamento dell’Anac saranno gli elementi chiave per la prevenzione della corruzione negli appalti; non mancano però le critiche al testo del decreto 50/2016. È quanto emerso nel convegno organizzato a Roma da Public procurement institute, Unitelma Sapienza e Dipartimento studi giuridici, filosofici e economici della Sapienza di Roma dal titolo «Corruzione e cultura della legalità nel nuovo codice degli appalti» di cui ItaliaOggi è stato media partner. Dopo l’apertura dei lavori di Giorgio Spangher (Presidente dell’Associazione degli studiosi del processo penale), che ha sottolineato, fra le altre cose, la «necessità di assicurare agli operatori economici un quadro di regole certe che garantiscano di lavorare in un quadro di legalità», è stato Domenico Carcano (consigliere della Cassazione, sesta sezione penale) a toccare il tema del nuovo codice dei contratti pubblici. In particolare Carcano ha messo in luce la valenza innovativa dell’articolo 29 in materia di trasparenza, «strumento essenziale di prevenzione della corruzione prima di arrivare all’intervento penale che deve essere l’estrema ratio» e dell’articolo 211 sulle competenze dell’Autorità nazionale anticorruzione con riguardo al precontenzioso «vincolante e alternativo al rimedio giurisdizionale». Successivamente Bernardo Mattarella (capo ufficio legislativo della Funzione pubblica) ha affermato che «da alcuni anni il tema della corruzione viene affrontato anche con norme di prevenzione amministrativa, incidendo su aspetti centrali come quello della trasparenza; anche il nuovo codice dei contratti conferma questo approccio con disposizioni positive quali quelle sui conflitti di interesse, sulle commissioni di gara, sulla qualificazione delle stazioni appaltanti». Per la Corte dei conti, il viceprocuratore generale Antonio Ciaramella ha sottolineato l’esigenza, «per evitare le criticità del sistema, che tutte le istituzioni operino in sinergia sulla prevenzione e sui controlli sia esterni, sia interni», censurando anche il fatto che le amministrazioni «rimangono silenti quando esercitiamo il controllo sulla gestione e questo rende poco efficace la nostra azione». Dopo l’intervento di Massimo Gambardella (Agenzia del Demanio) che ha evidenziato l’aspetto fondamentale della formazione e della preparazione graduale dei Rup, Gianni Massa, vicepresidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha sottolineato l’esigenza di garantire «qualità dei processi e qualità delle competenze».
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