In materia di demansionamento o dequalificazione, il lavoratore è tenuto a prospettare le circostanze di fatto volte a dare fondamento alla denuncia e ha, quindi, l’onere di allegare gli elementi di fatto significativi dell’illegittimo esercizio del potere datoriale, mentre il datore di lavoro è tenuto a prendere posizione, in maniera precisa e non limitata a una generica contestazione, circa i fatti posti dal lavoratore a fondamento della domanda e può allegarne altri, indicativi del legittimo esercizio del potere direttivo, fermo restando che spetta al giudice valutare se le mansioni assegnate siano dequalificanti, potendo egli presumere, nell’esercizio dei poteri a lui attribuiti, la fondatezza del diritto fatto valere anche da fatti non specificamente contestati dall’interessato, nonché da elementi altrimenti acquisiti al processo.
Cassazione civile sez. lav., 22/12/2015 n. 25780