È passata quasi inosservata la notizia delle dimissioni, per motivi personali, di Muhammed Yesilhark, responsabile degli investimenti azionari europei della Carmignac, una delle più importanti e reputate società europee di gestione, con 52 miliardi di euro gestiti. Yesilhark, approdato a Carmignac nel gennaio del 2014, proveniva da Sac Capital Advisors (società che patteggiò, senza ammissione di colpa, una sanzione di 1,2 miliardi di dollari in un processo per insider trading). Il Financial Times ricollega l’uscita del gestore ai suoi rapporti con lo spregiudicato finanziere tedesco Lars Windhorst (vedere Milano Finanza del 6 febbraio scorso), titolare dell’investment company Sapinda, nel cui comitato consultivo siedono figure di primo piano come Lord Mandelson, Roland Berger e Hubertus von Grünberg (ex presidente di Abb), e secondo quanto sostiene il Financial Times, le Assicurazioni Generali sono uno dei suoi investitori istituzionali.
Windhorst, prima di trasferirsi a Londra, in Germania era considerato un golden boy della finanza, salvo poi inanellare il collasso di due sue società, una bancarotta personale e una condanna penale, poi sospesa. A decidere di mettere i soldi in Sequa Petroleum, una controllata di Sapinda, il veicolo di Windhorst, era stato proprio Yesilhark, sottoscrivendo nel settembre 2014 titoli emessi dalla Sequa Petroleum, un’azienda con bilancio in perdita, co-titolare di diritti di esplorazione petrolifera in Kazakhstan, zona a costo di estrazione tra i più alti nel mondo. Poche settimane dopo l’acquisto dei titoli, Carmignac li rivendette a Windhorst. Secondo quanto riportato dal FT, In seguito si scoprì che alla stessa data dell’acquisto della posizione in Sequa, Yesilhark e un suo collega avevano partecipato a un investimento, questa volta con disponibilità personali, suggerito da Anoa Capital, broker anch’esso legato a Sapinda. Si trattava di un’obbligazione convertibile ancora non quotata emessa da Cloud Hotel Investments, un emittente con un potenziale di rialzo al momento del collocamento in borsa. Windhorst ha affermato che i due gestori non avevano ottenuto nessuna preferenza nell’assegnazione dei titoli. Carmignac dichiarò all’FT la piena compliance alle regole e al codice etico di ogni suo investimento. Due mesi dopo, c’è stata l’uscita del gestore.
Un anno prima dell’arrivo di Yelishark a Carmignac, nelle Assicurazioni Generali era approdato Nikhil Srinivasan come capo degli investimenti del gruppo triestino. E secondo il Financial Times (16 dicembre 2015), anche le Generali sono state tra le istituzioni che hanno messo soldi nelle società di Windhorst.
Il Financial Times riporta una raccolta di risorse finanziarie da più investitori istituzionali per circa 1 miliardo di euro attraverso veicoli della catena Sapinda in Paesi emergenti dalle legislazioni più esotiche. C’è da ritenere che in Generali abbiano esercitato un più rigoroso controllo preventivo, e successivo, sui denari concessi al brillante Windhorst. (riproduzione riservata)
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