di Andrea Pira
II fondi pensione della Cina si preparano a riversare sui listini locali 600 miliardi di yuan, l’equivalente di 82 miliardi di euro. Entro breve, ha annunciato il ministro per le Risorse umane, Yin Weimin, saranno pubblicate le linee guida in cui si spiega in dettaglio come gli operatori che detengono circa il 90% dei fondi previdenziali dei cinesi potranno investire sulle azioni di tipo A, i titoli scambiati su Shanghai e Shenzhen, dando seguito alla decisione presa lo scorso agosto, nel bel mezzo della bufera che aveva investito le borse della Cina continentale, con l’intento di aumentarne la liquidità.
Pechino ha concesso ai fondi pensione di investire in titoli azionari fino al 30% del capitale, ampliando il ventaglio di opportunità sinora limitate a investimenti considerati sicuri come depositi bancari e titoli di Stato. Con molta probabilità, riporta la stessa stampa ufficiale, all’inizio gli investimenti saranno indirizzati verso le blue chip. Occorre inoltre considerare la natura del sistema, fatto di organismi controllati da diverse amministrazioni locali. Il governo parla comunque di una strategia dalla quale tutte le parti avranno di che guadagnare. I fondi potranno contare su rendimenti più alti. A loro volta gli investitori retail guardano all’operazione come a un volano in grado di ridare slancio ai listini dopo un inizio dell’anno volatile, ancora più del previsto collegamento tra le borse di Hong Kong e Shenzhen. (riproduzione riservata)
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