di Anna Messia
Francesco Caio mantiene la promessa fatta ai mercati. Chiuso il primo bilancio dopo la quotazione di Poste Italiane , avvenuta a ottobre, ora si prepara a staccare un dividendo di 34 centesimi per azione. Cedola che, in proporzione all’utile netto raggiunto dal gruppo postale nel 2015, pari a 552 milioni, corrisponde a un payout dell’80%, come promesso appunto agli investitori al momento dell’ipo.
L’utile è andato anche meglio delle attese: gli analisti di Banca Imi, per esempio, avevano previsto un risultato di 520 milioni e quelli di Keples Cheuvreux avevano messo l’asticella a 548 milioni. «L’utile netto è più che raddoppiato rispetto ai 212 milioni del 2014 grazie ai positivi risultati della gestione operativa ma anche al miglioramento del risultato della gestione finanziaria netta, cresciuta di 47 milioni rispetto all’anno prima», ha detto ieri Caio. A ciò si è aggiunto un effetto fiscale positivo dovuto all’introduzione della nuova aliquota Irap. Per il Tesoro, che dopo la quotazione ha mantenuto nel gruppo una partecipazione del 64,7%, l’assegno (che sarà staccato a giugno) sarà quindi di 287 milioni.
Ieri Caio ha anche dichiarato di essere pronto a confermare per il futuro un payout di almeno l’80%, aggiungendo che il gruppo sta continuando a registrare ottime performance di raccolta di risparmi, nel Vita come per BancoPosta, che in questa fase di turbolenza dei mercati e di riassetto delle banche tradizionali «viene spesso considerato un porto sicuro dalla famiglie italiane». Alla fine dell’anno scorso la posizione finanziaria netta del gruppo presentava tra l’altro un avanzo di 8,7 miliardi rispetto ai 4,7 miliardi del 2014, beneficiando anche dell’incasso di crediti pregressi nei confronti dello Stato per oltre 2,6 miliardi e di un incremento netto del fair value degli strumenti finanziari di 1,1 miliardi. Poste Italiane ha raggiunto un risultato operativo di 880 milioni (+27% sul 2014) grazie in particolare ai servizi finanziari (930 milioni, +24,4%) e a quelli assicurativi (487 milioni, +17,3%), mentre i servizi di recapito hanno registrato un rosso di 586 milioni di euro (rispetto alla perdita di 504 milioni del 2014). Ma anche la riorganizzazione di quest’ultimo comparto è ben avviata, ha assicurato Caio; i costi operativi sono diminuiti del 4,1% nel 2015 e il manager ha confermato la previsione di un pareggio entro il 2019. (riproduzione riservata)
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