E’ stato presentato a Roma il  primo Rapporto nazionale 2016 sul Welfare nelle piccole e medie imprese (Welfare Index PMI), realizzato attraverso una ricerca condotta su 2.140 aziende dei tre settori produttivi: industria, commercio e servizi e agricoltura.

Promosso da Generali Italia, con la partecipazione di Confagricoltura e Confindustria, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Welfare Index PMI è l’indice che misura il livello di welfare aziendale nelle PMI italiane, con l’obiettivo di diffondere la cultura del Welfare nelle piccole medie imprese, che rappresentano l’ossatura del sistema produttivo nazionale e occupano l’80% della forza lavoro del Paese.

Durante l’evento sono state premiate 11 aziende delle tre categorie, che hanno
ottenuto i punteggi più alti dell’indice per le migliori pratiche di welfare aziendale a
favore dei propri dipendenti:

Industria: 1° Colorificio San Marco (Marcon, Venezia) 2° Lurisia Acque Minerali,
(Cuneo), 3° Panzeri (Bulciago, Lecco)
Commercio e Servizi: 1° Rusconi Viaggi (Lecco), 2° Socfeder (Modena), 3° Wecare
(Arenzano, Genova)
Agricoltura: 1° Agrimad Società Agricola, San Demetrio Corone (Cosenza); 2° Salvi
Vivai (Ferrara), 3° Barone Ricasoli (Gaiole in Chianti, Siena):

Inoltre, sono state assegnate due menzioni speciali, la prima all’Azienda Agricola
Fungar (Coriano, Rn) che ha ricevuto la menzione speciale VALORE DONNA, per
l’imprenditrice Loredana Alberti, la seconda alla Cooperativa Sociale Un Fiore per la
Vita Onlus (RI), che ha ricevuto la menzione speciale di AGRICOLTURA SOCIALE.

Alla presenza di imprenditori, istituzioni e rappresentanti del terzo settore, l’iniziativa
è stata presentata da Philippe Donnet, Country Manager e Amministratore Delegato
di Generali Italia, Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria e Mario
Guidi, Presidente Confagricoltura. È intervenuto il ministro del lavoro e delle
politiche sociali Giuliano Poletti.

I RISULTATI DEL RAPPORTO 2016

La ricerca, curata dalla società specializzata Innovation Team, ha messo in luce come il welfare aziendale sia in piena evoluzione e uno dei temi rilevanti nel prossimo futuro. Per la realizzazione del rapporto sono state intervistate 2.140 aziende, con numero tra 10 e 250 dipendenti, su 10 aree d’intervento in ambito welfare: previdenza integrativa, salute, assicurazioni per i dipendenti e le famiglie, tutela delle pari opportunità e sostegno ai genitori, conciliazione del lavoro con le esigenze familiari, sostegno economico ai dipendenti e alle loro famiglie, formazione per i dipendenti e sostegno alla mobilità delle generazioni future, sicurezza e prevenzione, sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale, welfare allargato al territorio.
Il 45% delle aziende intervistate è attivo in almeno 4 di questi ambiti e l’11% è
molto attivo, perché realizza iniziative in più di 6 ambiti a favore dei propri dipendenti.

Inoltre, risulta che le PMI possono essere classificate sulla base di cinque diversi approcci al welfare aziendale:
• “Vita e lavoro” (21% del totale), le imprese con rilevanti iniziative nelle aree della conciliazione vita e lavoro, del sostegno alle pari opportunità e ai genitori;
• “Inclusivi” (9,5%), le imprese più attive nelle aree della integrazione sociale e delle iniziative di welfare allargate al territorio;
• “People care” (10,8%), le imprese con iniziative concentrate soprattutto nelle aree della gestione delle risorse umane e dei fringe benefit;
• “Attuatori” (48%), aziende attive in diverse aree del welfare aziendale che però prevalentemente applicano quanto previsto dai contratti nazionali di categoria;
• “Beginner” (10,7%), imprese che sono nella fase iniziale di esperienza del welfare aziendale.

Complessivamente, le aree di welfare più utilizzate dalle imprese sono raggruppabili
in tre tipologie:

1. Iniziative per la gestione del personale: formazione e sostegno alla mobilità (64,1%), assicurazioni per dipendenti e famiglie (53%), sostegno economico ai dipendenti (46,2%)
2. Iniziative classiche di welfare complementare: previdenza integrativa (40,4%), Salute (38,8%), sicurezza e prevenzione (38%)
3. Iniziative più innovative: pari opportunità e sostegno ai genitori (18,5%), welfare allargato al territorio (15%), integrazione sociale (14,1%) e conciliazione vita lavoro (4,9%)

Le motivazioni che spingono le PMI ad intraprendere iniziative di welfare aziendale sono risultate principalmente due: la gestione del personale, e quindi il benessere dei dipendenti per migliorarne la soddisfazione e la produttività, e la sostenibilità nel lungo termine del successo aziendale, unita ad aspetti reputazionali.

Gli incentivi fiscali emergono in ogni caso come determinanti: il 35% delle aziende afferma di aver effettuato i rilevanti investimenti di risorse aziendali compensati dai risparmi fiscali.

La dimensione aziendale risulta essere un fattore rilevante per lo sviluppo del welfare: maggiore è il numero dei dipendenti maggiore è la diffusione delle iniziative.
Le aziende attive nel welfare hanno tipicamente più di 100 dipendenti.

Su base geografica non si evidenziano spiccate differenze tra Nord, Centro e Sud, ma solo ambiti specifici nelle diverse aree geografiche, a dimostrazione che il welfare aziendale rispecchia le specifiche esigenze del territorio, oltre che dell’impresa. Ad esempio, al Sud vi è una maggiore attenzione alle “pari opportunità e sostegno genitori” (25,8% Sud – 15,9% – Centro – 16,2% Nord) e alla “sicurezza e prevenzione incidenti” (51,3% Sud – 39,2 – Centro – 31,9 Nord).

Dalla ricerca emerge, infine, che i vincoli che frenano l’iniziativa delle piccole e medie imprese sono dovuti soprattutto alla carenza di informazioni chiare in merito alle modalità di attuazione del welfare aziendale, e alla mancanza delle competenze necessarie per mettere in atto le iniziative. Per questo motivo, circa il 60% delle imprese molto attive indica come fattore di primaria importanza la possibilità di accedere a servizi di informazione e consulenza da parte delle associazioni imprenditoriali.

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