Parafrasando Cesare Pavese, diventa sempre più difficile, causa la forte volatilità dei mercati e il «prolungato scenario di bassi tassi di interesse», imparare il «mestiere di investire». Se l’obiettivo da raggiungere è quello di integrare la pensione in una prospettiva di un accentuato «rischio previdenziale» per il cittadino considerando le tante variabili (dalla accentuata flessibilità del mercato del lavoro con possibili periodi di vuoti contributivi all’andamento del pil che è il parametro con cui si rivaluta il montante contributivo, alle evoluzioni demografiche che incombono sui coefficienti di trasformazione) che incombono sulle future prestazioni che il sistema previdenziale obbligatorio corrisponderà, l’impresa diventa ancor più delicata. Il tutto considerando che i fondi pensione sono strutturati finanziariamente sul meccanismo della capitalizzazione per cui il quanto si percepirà al momento della quiescenza dipende in maniera molto sensibile non solo dal quanto si versa nel corso della vita ma anche dalla durata del piano previdenziale e dalle performance prodotte dalla soluzione previdenziale cui si sia aderito (sul sito della Covip, www.covip.it in ottica di trasparenza sono pubblicati gli Elenchi dei Rendimenti delle diverse forme previdenziali). Da non sottovalutare anche il profilo della onerosità in relazione alla quale è possibile consultare sempre sul sito della Autorità di Vigilanza l’Isc, Indicatore sintetico di costo, di tutte le forme previdenziali.
Quali sono le considerazioni da condurre e quale l’atteggiamento concreto da assumere? La premessa è che va metabolizzato come l’obiettivo da raggiungere sia di tipo previdenziale, tendenzialmente in una prospettiva di lunga percorrenza temporale e non quindi speculativo, mordi e fuggi cioè. Tradotto in termini finanziari la finalità cui tendere deve essere quella di uno steady growth, una crescita graduale e costante del proprio investimento (non casualmente i fondi pensione sono definiti nel proprio ruolo di investitori istituzionali come portatori di un capitale paziente) ricordandosi che in prossimità del pensionamento bisogna consolidare quanto si è accumulato senza rischi inutili.
Come proteggere il proprio investimento nel corso del tempo? Sicuramente il fatto che fondi pensione e pip siano modellati sul versamento rateale consente l’attivazione di un efficace meccanismo di mediazione temporale delle quotazioni di ingresso. Diventa poi necessario diversificare opportunamente il proprio investimento o tra più linee (in senso orizzontale) o in senso temporale (azioni a inizio carriera per poi graduare verso linee più tranquille all’avvicinarsi della pensione) per minimizzare il rischio. Con questa finalità potrebbe essere utile scegliere soluzioni del tipo life cycle (presente in un solo fondo pensione negoziale mentre è largamente diffuso nel segmento della previdenza integrativa individuale) o data target. In maniera non casuale è da sottolineare come nella recente pubblica consultazione avviata dalla Covip sul muovo modulo di adesione, nello specifico questionario di valutazione previsto, si preveda come la scelta di un percorso life-cycle (o comparto data target) è congrua rispetto a qualunque punteggio ottenuto.
Altro profilo da metabolizzare è che per costruire una integrazione pensionistica non basta semplicemente iscriversi a una forma di previdenza complementare ma occorre assumere un interesse attivo per monitorare nel durante la coerenza del proprio investimento rispetto alla finalità da perseguire. Il tutto in un contesto in profonda evoluzione sia dal punto di vista finanziario che normativo con un ulteriore innalzamento dell’età età pensionabile di quattro mesi per effetto dell’indicizzazione automatica alla speranza di vita. Possono poi anche modificarsi le caratteristiche soggettive del risparmiatore (ero un lavoratore dipendente e decido successivamente di avviare la libera professione per esempio, temporanea incapacità o sovracapacità di risparmiare). Come procedere con il controllo anche considerando che entro il prossimo 31 marzo le forme previdenziali devono inviare le comunicazioni annuali e il progetto esemplificativo personalizzato? I punti focali sono rappresentati dalla verifica delle quotazioni del fondo pensione rispetto al benchmark (nel caso dei lavoratori dipendenti del settore privato può essere utile il raffronto anche con la rivalutazione legale del tfr che costituisce una sorta di benchmark ombra) o l’andamento del pip, esaminando con attenzione il rendiconto annuale; il fine è quello di elaborare e maturare un proprio ragionamento sulla bontà della gestione finanziaria. Va comunque ricordato che tratta di un investimento di lungo periodo per cui un intervallo ragionevole di confronto non può considerarsi inferiore ad almeno cinque anni. Il tutto va poi filtrato con gli occhi della realtà finanziaria (come sono andati i mercati in generale, in che fase del ciclo economico ci si trova, quali sono le prospettive di ripresa). Durante questo processo può anche essere presa in considerazione l’opportunità di operare eventuali switch, sia tattici che strategici (all’avvicinarsi dell’età pensionabile per esempio) ricordandosi comunque di dovere operare in maniera razionale e non emotiva.
Ma quali sono i rendimenti finanziari prodotti dai fondi pensione lo scorso anno. Attingendo alle recenti elaborazioni pubblicate dalla Covip si evidenzia come a fronte di un andamento altalenante dei mercati finanziari nel corso del 2015, i risultati delle forme pensionistiche complementari sono stati in media positivi per tutte le tipologie di forma pensionistica e per i rispettivi comparti. I rendimenti medi, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati al 2,7% nei fondi negoziali e al 3% nei fondi aperti; per i pip nuovi di ramo III, il rendimento medio è stato del 3,7%. Nello stesso periodo il tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,2%. Entro il 28 maggio i fondi pensione italiani devono poi adeguarsi alla nuova normativa sui limiti di investimento che subentra al glorioso ma datato 703 del 1996. Cosa cambierà e quali sono i benefici per i risparmiatori?
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