Mario Greco ha abbandonato la guida delle Generali non a causa di incomprensioni con i grandi soci della compagnia, né per un mancato appoggio di questi ultimi a presunti piani di espansione, bensì per una legittima aspirazione a guidare la ristrutturazione di una compagnia europea di maggiori dimensioni: un ruolo, quest’ultimo, che gli si attaglia particolarmente. Ad affermarlo è Nagel, timoniere dell’istituto che è il principale azionista della compagnia triestina con una quota del 13,2%. L’a.d. di Mediobanca ha ribadito di aver sempre tenuto un comportamento improntato al supporto e alla collaborazione verso Greco. «Nel frattempo si è tuttavia liberata una posizione alla guida di un competitor, ed è pertanto legittimo che Greco abbia avuto l’aspirazione di andare a svolgere un’attività di turnaround che gli si attaglia particolarmente. Come noto, per firmare un contratto bisogna essere in due. Per quanto mi riguarda, non ci sono mai state differenze di vedute o confronti che non abbiano portato a condividere le decisioni».
Fonte: