di da Berlino Roberto Giardina

Da quest’anno migliaia di pensionati tedeschi si troveranno confrontati con una triste sorpresa: dovranno presentare una dichiarazione dei redditi. Vista dall’Italia, la notizia potrebbe anche essere letta al contrario: si evince che fino ad ieri, i Rentner non pagavano tasse. La novità ha due cause recenti, una positiva e l’altra negativa.

Da una parte, mentre le pensioni sono congelate da noi, aumenteranno in Germania, del 5% nella vecchia parte orientale, e del 4,4 all’ovest. Aumenta anche la quota esente, uguale per tutti, lavoratori o pensionati, per milionari o per i redditi minimi, da 8.472 euro all’anno a 8.652, che vanno dunque raddoppiati per i coniugi. Ma i due aumenti, se non si compensano del tutto, potranno costringere i pensionati a presentare una denuncia, anche se poi le tasse si ridurranno a poche decine di euro. Per la precisione dovranno compilare la dichiarazione quanti riceveranno una pensione di 1.100 euro al mese, in tutto circa 70 mila pensionati. Ma fino a 1.200 euro al mese non ci saranno comunque tasse da pagare. In totale, i pensionati in Germania, tra quelli d’oro e quelli al minimo sono circa 21 milioni.

Ma la terza causa più antica è quella più importante. Di anno in anno diminuisce la quota esente dalle tasse per le pensioni. Una particolarità tedesca che gli italiani possono solo invidiare. Un «privilegio» che va scomparendo di anno in anno. Anni fa, le pensioni venivano tassate solo su un quarto del totale. Poi si passò al 50%. Un bel vantaggio, soprattutto per i coniugi che presentano una dichiarazione congiunta, lo splitting, che pagano due volte sul 25%. Il Finanzamt, l’ufficio imposte, è generoso. Lo splitting resta in vigore per un anno ancora, dopo la morte del partner. Il fisco, come dire, ti è vicino, e partecipa al tuo dolore.

La Corte costituzionale tedesca, nel 2003, giudicò che l’esenzione violava il principio di parità tra i cittadini, e i politici non persero l’occasione e cambiarono la legge. In Italia, non ci avrebbero pensato due volte, via di colpo, e qualcuno avrebbe proposto di tassare anche gli ultimi cinque anni pregressi. I tedeschi sono più corretti: la quota tassabile sarebbe aumentata progressivamente del due% all’anno. Dal 2015 quindi i pensionati vengono tassati al 70%.

Ma qui non si potrebbe mai avere un caso come quello degli esodati, a cui la Fornero ha cambiato le regole mentre si giocava: i diritti pregressi non si toccano. Chi è andato in pensione prima del fatidico 2005 verrà sempre tassato sulla metà. Questo, per me, è anche il vero segreto della società tedesca: il patto sociale si rispetta, da una parte e dall’altra. Se sono andato in pensione nel 2000 ed ho deciso di investire parte del mio reddito comprando una casa a mio figlio, o di finanziare i costosi studi a suo fratello alla Columbia University, non posso vedere stravolta la mia vita perché una Frau Elsa ha cambiato idea. Varrà per domani, e il cambiamento avverrà un poco alla volta.

 

Dal 2040, i pensionati pagheranno le tasse come tutti. O forse no, perché già si annuncia un’altra vertenza costituzionale. Solo una parte dei contributi, tra quelli volontari e quelli per legge, è esente dalle tasse. Quindi, i pensionati nel futuro vedranno una parte del loro reddito tassato due volte. Una pensione non è un regalo dello stato, come pensano molti dei nostri politici. Quando ci ritiriamo dalla vita attiva, riceviamo un reddito che è frutto del nostro lavoro e dei nostri risparmi. Logicamente questo non dovrebbe valere proprio per i politici che si assegnano una lauta pensione dopo una breve attività.

Fatti i calcoli, la doppia tassazione comincerà a colpire ben presto, a partire dal 2019. Dopo 45 anni di contributi, da quella data a venire tassati due volte saranno 4mila euro di contributi, o di risparmi, non importa come definirli. Dal 2040, la cifra sarà di 47mila, e continuerà a crescere. Fiscalisti e costituzionalisti dovranno inventarsi un nuovo compromesso.

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Fonte:italiaoggi-300x111