di Anna Messia

La borsa non se ne è accorta, ma ieri Banca Fineco  ha comunicato un bilancio 2015 da record, il migliore di sempre. Alla più alta raccolta nella storia dell’istituto, pari a 5,49 miliardi, si è aggiunto un utile netto di 191,1 milioni, in crescita del 27,4% sul 2014, con il dividendo salito a 0,255 euro per azione, in aumento del 27,5%. «Numeri che sono il frutto di due trend strutturali che stanno caratterizzando la società italiana», ha affermato l’amministratore delegato Alessandro Foti, «da una parte la necessità della famiglie di rivolgersi a consulenti finanziari, alla luce della sempre maggiore complessità dei mercati, e dall’altra la crescente digitalizzazione dei cittadini, che premia un modello come banca Fineco ».

Una crescita che non viene messa in pericolo neppure dalla turbolenza che ha caratterizzato i mercati in questo inizio d’anno, continuata ancora ieri con la pesante perdita di Piazza Affari e della stessa Fineco , che ha chiuso in flessione del 3,66%. Foti resta però fiducioso sulla crescita della banca che può contare sul modello di business diversificato, per cui anche nelle fasi negative delle borse riesce a ottenere buoni risultati. Se l’attuale volatilità dei mercati dovesse proseguire ancora, «mi aspetto che la raccolta continui comunque a crescere ancora, per effetto dei trend che dicevamo prima, con un aumento del margine d’interesse», ha affermato Foti, «mentre il calo del risparmio gestito verrebbe compensato dall’attività di brokeraggio che cresce con mercati volatili».
Esattamente la fotografia di quanto avvenuto per la banca del gruppo Unicredit  nel mese di gennaio: l’istituto ha registrato una raccolta netta di 501,2 milioni, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e per il brokeraggio gennaio è stato uno dei migliori mesi di sempre. A crescere è stata in particolare la raccolta amministrata, che è stata pari a 414 milioni, a seguito appunto dell’aumento dell’attività di brokeraggio da parte della clientela, mentre la raccolta diretta si è attestata a 259 milioni mentre quella gestita ha subito deflussi di 171 milioni. «Ovviamente speriamo che le borse tornino presto a stabilizzarsi e a crescere», ha aggiunto Foti, «ma il nostro modello ha dimostrato di essere solido anche nelle fasi di mercato più complesse». Afflussi di capitali sono poi arrivati anche dalle banche tradizionali con clienti che, timorosi per l’avvio del bail-in, in questo periodo apprezzano banche composte da reti di promotori che non hanno problemi di sofferenze. «Probabilmente c’è anche questa componente negli afflussi che registriamo in questo periodo», ha affermato Foti, «ma non vogliamo sfruttare questa situazione di difficoltà del sistema per crescere. Non ne abbiamo bisogno». L’amministratore delegato di Banca Fineco  si tira poi fuori da eventuali operazioni di concentrazione del settore della distribuzione finanziaria. «Non ci interessano», ha specificato, «l’80% della raccolta l’anno scorso è arrivata dalla crescita organica e da inizio gennaio abbiamo avuto 10.500 nuovi clienti, in aumento del 29% anno su anno». Anche il reclutamento di nuovi promotori avviene senza strappi. «Per quest’anno abbiamo un obiettivo di 100-140 persone», ha concluso, «proseguendo con lo stesso ritmo dell’anno scorso quando abbiamo inserito 118 persone». (riproduzione riservata)

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