Sono aumentate di oltre 64 miliardi di euro in un anno le riserve degli italiani. La crisi e la paura di nuove tasse frenano i consumi delle famiglie, bloccano gli investimenti delle imprese e congelano la liquidità delle banche: da ottobre 2014 a ottobre 2015 l’ammontare dei depositi in Italia è passato da 1.494 miliardi a 1.559 miliardi in aumento di oltre 64 miliardi (+5%). Il saldo dei conti correnti è cresciuto di 86 miliardi, da 778 miliardi a 864 miliardi (+8%), mentre si registra un calo di oltre 30 miliardi per i depositi con durata prestabilita. I salvadanai delle famiglie sono saliti di oltre 23 miliardi, quelli delle imprese di oltre 21 miliardi, quelli degli istituti di credito di 14 miliardi.
Questi i dati principali di un rapporto realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale le riserve di assicurazioni e fondi pensione hanno registrato un lieve aumento, salendo di 1 miliardo in 12 mesi (+5%), mentre quelle delle imprese familiari sono salite di 3 miliardi (+7%).
“Anni di austerity e tasse, a cui bisogna porre fine, hanno prodotto anche questo assurdo risultato: le famiglie non spendono più e preferiscono lasciare i soldi in banca, magari per far fronte a nuove stangate fiscali o imprevedibili onde lunghe della recessione”, spiega in una nota il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, aggiungendo che “è un effetto perverso del rigore: anche se i soldi ci sono non circolano, i consumi ristagnano e la ripresa fatica a crescere a doppia cifra. Con una situazione di questo tipo si fa fatica a immaginare un 2016 con grande sprint sui consumi”.