Dopo anni di sofferenze le PMI italiane iniziano a dare segnali di ripresa. Nel primo semestre 2015 è migliorata la redditività ed è aumentato il giro d’affari. Permangono, invece, grandi differenze a livello territoriale in merito ai fallimenti: se sono in calo nel Nord Ovest (-9%) e nel Mezzogiorno (-4,2%), crescono invece nel Nord Est (+5,1%).
Nel corso del convegno “Gestione della crisi aziendale e danni indiretti” organizzato a Padova dalla Delegazione Nord Est di AIBA (Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni) guidata da Giorgio Stoppato, è emerso come il tasso annuo di insolvenze delle PMI assicurate sia circa il 2,5% (1,9% per il Nord Est), percentuale decisamente inferiore alla media (3,3%), a prescindere dalla natura dell’impresa (elaborazione AIBA su dati Cerved).
“Nonostante le statistiche dimostrino che un adeguato programma assicurativo metta al riparo l’impresa dal rischio di default – afferma Giorgio Stoppato, Responsabile Delegazione Nord Est di AIBA – le aziende italiane permangono sottoassicurate. Da sottolineare come solamente il 10% delle aziende italiane abbia acquistato una polizza Danni Indiretti che garantisce la copertura dei costi fissi da sostenere nel periodo di fermo dell’attività, a fronte di una media europea di circa il 90%”.
Il dato assume particolare rilevanza se consideriamo che il 40% delle aziende colpite da una interruzione di attività superiore a 3 mesi, prive di copertura assicurativa Danni Indiretti, ha chiuso definitivamente l’attività entro 2 anni dalla tentata ripresa produttiva.
Quando si verifica un sinistro in un’azienda, ad esempio un incendio, il danno più evidente è costituito dal danneggiamento del fabbricato, degli impianti e dei contenuti dello stabilimento (Danno Diretto).
Oltre al danno materiale, l’azienda dovrà anche fronteggiare tutta una serie di ripercussioni sul proprio conto economico (Danno Indiretto). I Danni Indiretti (perdita di profitto, costi insopprimibili, spese straordinarie, riduzione del volume degli affari) sono pertanto molto più onerosi rispetti ai danni Diretti.
Secondo una ricerca del Comitato Europeo Assicuratori (CEA) se il Danno Diretto è pari a 100, il correlato Danno Indiretto è di circa 2,5 volte più grave.
Relativamente ai rischi industriali, in Europa su 100 polizze danni diretti, ben 90 hanno anche la copertura dei danni indiretti. Percentuale che in Italia scende sotto i 10. Un dato peraltro stabile da oltre 15 anni.
“Linguaggio della polizza poco chiaro, prodotto difficile da spiegare e limitata attitudine assicurativa dell’imprenditoria italiana”. Sono queste secondo Giorgio Stoppato le cause principali della scarsa diffusione delle polizze Danni Indiretti in Italia.
La tradizionale scarsa propensione alla protezione delle PMI viene sempre più riequilibrata dall’intervento del broker che grazie alla sua terzietà e indipendenza svolge un ruolo decisivo nella messa in sicurezza del sistema produttivo, reperendo di volta in volta sul mercato la soluzione cautelativa più adatta e finanziariamente sostenibile. Il numero di PMI che si avvalgono della consulenza dei broker è costantemente in crescita. Attualmente la quota detenuta dai broker in questo segmento di mercato è superiore al 40%.
La fragilità del territorio italiano è cosa nota: circa 6 milioni di persone vivono e lavorano in un territorio ad elevato rischio idrogeologico e 6.630 Comuni (circa l’82%) hanno aree a rischio frane e alluvioni. L’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente esposti al rischio di catastrofi naturali.
“Parliamo di oltre 2.000 eventi negli ultimi 10 anni – aggiunge Stoppato – con una media passata da poco più di 100 fenomeni l’anno nel 2004, ai 350 del 2014. Il risultato è che il nostro Paese spende ogni anno circa 4 miliardi di euro, facendo leva sulla fiscalità, per risarcire i danni da eventi naturali e se oggi dovesse accadere un terremoto analogo a quello dell’Emilia non ci sarebbero i soldi per intervenire”.
A tre anni dal terremoto dell’Emilia la maggior parte delle imprese di industria, commercio e agricoltura, devono ancora ricevere i risarcimenti dello Stato, mentre le aziende assicurate sono già state liquidate dal proprio assicuratore e hanno quindi potuto concentrare i propri sforzi esclusivamente sul business.
Secondo uno studio realizzato a livello nazionale da AIBA, le coperture assicurative più gettonate dalle PMI italiane sono: Incendio (86%); Furto (69%); Responsabilità Civile verso terzi e dipendenti (68%); Merci trasportate (30%); Rischi tecnologici (28%); RC Prodotto (23%).
“È vero – sottolinea Stoppato – che la semplice somma delle garanzie assicurative attivate non è sufficiente a stabilire il livello qualitativo del programma di protezione della singola impresa, in quanto non tiene conto del contenuto e della qualità delle coperture stesse. Tuttavia, nonostante le imprese maggiormente tutelate migliorano le proprie performance economiche, quello che emerge ancora una volta è la scarsa sensibilità su tipologie di rischio particolarmente delicate come il danno reputazionale, il rischio credito, i danni indiretti e i rischi ambientali”.