La gestione dei rischi per la salute, l’incolumità e la sicurezza dei dipendenti che viaggiano e svolgono mansioni a livello internazionale è il soggetto di un nuovo documento della Federation of European Risk Management Associations (FERMA) e International SOS, leader mondiale nei servizi di sicurezza e di gestione dei rischi per la salute e per i viaggi.
Un sondaggio condotto da FERMA e International SOS all’inizio di quest’anno, conferma che la gestione dei rischi durante i viaggi è all’ordine del giorno per il 79% dei risk manager e degli insurance manager intervistati. FERMA e International SOS hanno, di conseguenza, sviluppato il documento per aiutare i risk manager e gli insurance manager a comprendere meglio le loro responsabilità in relazione ai viaggi e agli incarichi internazionali legati al lavoro.
Il 27% dei rispondenti al sondaggio ha posizioni di leadership nella loro policy di Travel Risk Management contro il 45% di coloro che sono stakeholder nel processo decisionale e sono in maggioranza Risk Manager (60%). Gli Insurance Manager sono il 20% dei rispondenti ed è presente una minoranza che conta ruoli sia in Insurance che Risk Management.
L’88% di chi ha risposto al sondaggio crede che il Travel Risk Management sia diventato più importante per i Risk e Insurance Manager nel corso degli ultimi 2 anni e il 79% lo inserirà in agenda per il prossimo anno.
Il documento individua nel risk manager una figura che ha un’influenza fondamentale nella valutazione di soluzioni efficaci per la gestione dei rischi relativi ai viaggi. Come indicato nel documento: “La percezione olistica del risk manager degli aspetti relativi alla salute, alla sicurezza e all’assicurazione è fondamentale quando si tratta di prendere in considerazione soluzioni efficienti e risposte concrete ad ogni situazione che una organizzazione potrebbe trovarsi ad affrontare durante l’invio di dipendenti all’estero.”
Il documento comprende:
– Una revisione legale degli obblighi di diligenza delle organizzazioni europee;
– Le best practice and e le esperienze sul campo di gestori del rischio rappresentanti aziende quali Atlas Copco, CMI Groupe, DLA Piper, Drägerwerk, Kering, and Wolters Kluwer;
– Un kit per la gestione dei rischi relativi ai viaggi che delinea le misure di sicurezza per la salute e i viaggi che le organizzazioni possono implementare per contribuire a ridurre i rischi per i loro viaggiatori e assegnatari internazionali;
– Una revisione della trasposizione della normativa UE in 15 Stati membri che dimostra che le leggi nazionali continuano ad aumentare le responsabilità delle organizzazioni in relazione alla salute, all’incolumità e alla sicurezza dei loro lavoratori.
“Le persone viaggiano per affari sempre più lontano rispetto al passato. Questo report sosterrà le organizzazioni nell’adempimento del loro dovere di diligenza nei confronti di questi viaggiatori che probabilmente saranno esposti a situazioni inconsuete e a rischi maggiori, in confronto ai loro paesi d’origine. FERMA lo consiglia ai suoi soci e a tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione di viaggi internazionali per le proprie organizzazioni, sia per i suoi suggerimenti pratici che per quelli legali”, ha commentato Jorge Luzzi, membro del consiglio FERMA con la responsabilità per il progetto.
“In questo contesto economico in rapida evoluzione, le aziende devono essere in grado di implementare soluzioni solide e scalabili per proteggere i loro viaggiatori ed espatriati. Esiste un vantaggio misurabile nella comprensione e nella mitigazione dei rischi per la salute, l’incolumità e la sicurezza. Si tratta di una componente essenziale delle strategie di sviluppo del business internazionale. La prevenzione va ben al di là di dirette considerazioni finanziarie. I risk manager e gli insurance manager ora hanno una opportunità davvero unica per reinventare il loro ruolo e promuovere il sostegno necessario”, ha spiegato Laurent Taymans, Regional Medical Director per International SOS.
“È evidente che uno degli aspetti che maggiormente preoccupano le aziende dei paesi occidentali quando si affronta il tema dei lavoratori all’estero è soprattutto il rischio di rapimento del personale in missione. E stiamo parlando di un rischio molto più diffuso e esteso geograficamente di quel che si può immaginare. Proprio la comparsa di un attore particolarmente brutale nella sfera jihadista, come l’Isis, ha aumentato i rischi per quelle aziende che impiegano forza lavoro in Paesi critici, a maggior ragione perché la richiesta di riscatto è stata sostituita dalla minaccia di esecuzione, che ha un maggiore impatto mediatico”, ha detto infine Alessandro De Felice, Presidente di Anra.