L’Association des professionnels de la réassurance en France(Apref) ha redatto, come di consueto da 10 anni, una sintesi dei rischi maggiori intorno ai quali assicuratori, riassicuratori e poteri pubblici dovrebbero definire insieme il perimetro di intervento.
1- I rischi naturali: Limite delle definizioni degli eventi naturali attualmente utilizzate nei trattati.
2- I rischi agricoli: “La questione dell’opportunità di una riassicurazione pubblica sui mutirischi raccolto non è stata definita”, sottolinea l’Apref che si dice favorevole ad una utilizzazione preventiva dell’insieme delle capacità del mercato.
3- I rischi politici: L’Apref chiede un’evoluzione del regime di responsabilità dello Stato relativo alle sommosse popolari così come che una scala regionale di mutualizzazione del rischio di iper terrorismo con esposizioni che superano le capacità finanziarie degli Stati.
4- I rischi tecnologici: proseguimento dei lavori sugli scenari dei sinistri deflagrazioni maggiori e chiarimento dei campi di copertura riassicurativa.
5- I rischi biometrici: L’Apref chiede una definizione semplice della non autosufficienza, sia per l’assicuratore, l’assicurato e il riassicuratore oltre che la trasferibilità delle garanzie (continuità dei diritti) o ancora l’adattamento della fiscalità dei contratti LTC
6- I rischi corporali: l’associazione auspica la realizzazione di un deposito di compensazione e la pubblicazione di una tabella unica di capitalizzazione dedicata ai calcoli dei danni futuri per mettere fine ad una moltiplicazione degli strumenti tra loro concorrenti.
7- I rischi medici: maggiore equità per le vittime tramite una migliore armonizzazione degli indennizzi frazie ad una tabella di riferimento per i danni corporali (Oniam) comune a tutte le parti.
8 -I rischi giuridici: L’Apref si dice favorevole alle raccomandazioni del rapport Terré volto a regolamentare il potere sovrano di giudici al fine di armonizzare le decisioni.
9 – I rischi finanziari: L’Apref incoraggia le compagnie a identificare meglio i rischi colpiti dalle sanzioni in un dato portafoglio.
Fonte: L’Argus