Nel mese di giugno la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extraU.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 7,3 mld, registrando, per la prima volta dall’inizio del 2013, un calo del 3,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; nel I semestre del 2015 i nuovi premi vita emessi hanno raggiunto € 53,8 mld, il 16,1% in più rispetto ai primi sei mesi del 2014.
E’ quanto emerge dalla statistica mensile dell’ANIA.
Considerando anche i nuovi premi del campione delle imprese U.E., pari a € 1,1 mld, in diminuzione rispetto a quelli raccolti nel mese di giugno 2014, i nuovi affari vita complessivi nel mese sono stati pari a € 8,4 mld (-7,9% rispetto allo stesso mese del 2014), mentre da inizio anno hanno raggiunto € 62,9 mld, il 16,3% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di giugno i premi di ramo I afferenti a nuove polizze individuali sono stati pari a € 4,5 mld (oltre il 60% dell’intera nuova produzione vita, ma l’importo mensile più basso da inizio anno) e registrano, per il quarto mese consecutivo, una contrazione rispetto a giugno 2014 (-14,1%). Nel I semestre i premi di ramo I sono dunque ammontati a € 34,4 mld, in calo del 5,0% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Di segno negativo (-34,3%) anche la raccolta della nuova produzione di polizze di ramo V che nel mese di giugno è stata pari a € 186 mln (il 3% dell’intera nuova produzione), mentre da inizio anno si osserva una crescita del 19,9% rispetto ai primi sei mesi del 2014, per un volume premi di € 1,7 mld. La restante quota della nuova produzione vita, pari al 36%, ha riguardato i premi di ramo III (quasi esclusivamente di tipo unit-linked) che anche nel mese di giugno hanno confermato un incremento (+27,0% rispetto all’analogo mese del 2014, a fronte di un ammontare pari a € 2,6 mld); si tratta tuttavia di una crescita molto più contenuta rispetto a quella registrata nei mesi precedenti.
Da inizio anno il loro ammontare ha raggiunto € 17,6 mld di nuovi premi emessi, importo raddoppiato rispetto a quello osservato nel I semestre del 2014. I contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali, pari a € 80 mln, sono risultati in lieve diminuzione rispetto a giugno 2014 mentre da inizio anno rimangono pressoché costanti rispetto allo stesso periodo del 2014, a fronte di un ammontare pari a € 485 mln. Il numero totale delle nuove polizze/adesioni da inizio anno è stato pari complessivamente a 2,1 mln, in aumento del 7,9% rispetto ai primi sei mesi del 2014.
Si evidenzia, inoltre, che il 71% delle imprese del campione statisticato, rappresentative del 65% del mercato in termini di premi, ha registrato da gennaio una raccolta superiore a quella dell’analogo periodo del 2014 e che il 54% delle imprese (per una quota premi pari al 36%) ha ottenuto un risultato migliore rispetto alla variazione media registrata da tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (+16,1%).
La modalità di versamento a premio unico ha continuato a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti per una quota pari al 95% del totale in termini di premi e al 59% in termini di numero di polizze; sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 41.950 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto il valore medio di € 2.100 e € 3.800. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti posta convenzionalmente pari a 10 anni – l’incremento del volume premi da inizio anno passerebbe dal 16,1% al 19,4%. La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti bancarie, postali e finanziarie, alle quali afferisce l’87% dei nuovi premi emessi da inizio anno.
La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le suddette reti abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti agenziali raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti bancarie, postali e finanziarie passa dall’87% all’83% mentre quella afferente alle reti agenziali sale dal 12% al 17%.