Nel 2005 la moglie di Ben Pillars, a bordo della sua Pontiac Grand Am, si schianta senza motivo apparente. In seguito al gravissimo incidente la donna è entrata in coma ed è deceduta nel 2012.
Da quel tragico momento il marito si è sempre interrogato invano sulle reali cause della disgrazia, finché l’anno scorso General Motors Co. ha richiamato l’auto per il blocchetto dell’accensione difettoso e così Pillars ha ottenuto una risposta alle sue domande. Ha subito provveduto a richiedere un risarcimento all’azienda statunitense ma gli è stato negato.
Lo scorso anno, General Motors ha deciso di risarcire le vittime e i feriti causati dal blocchetto d’accensione che, facendo scattare la chiave all’indietro, causava lo spegnimento improvviso del motore con la conseguente perdita di controllo dei freni e dello sterzo, un difetto nascosto al pubblico per più di un decennio.
Il fondo stabilito per il risarcimento, tuttavia, copre solo 2.59 milioni di veicoli aventi solo quel difetto preciso. Secondo quanto dichiarato da General Motors, difetti simili, rilevati in seguito in altri 10 milioni di veicoli (tra cui il modello che stava guidando la moglie di Pillars) non sono idonei al risarcimento perché la compagnia aveva provveduto a richiamare le auto e i dipendenti non hanno esitato a renderlo di pubblico dominio subito dopo la scoperta del difetto.
Durante un’udienza del Congresso dello scorso anno, il senatore Richard Blumenthal ha incoraggiato l’amministratrice delegata Mary Barra ad estendere la portata del risarcimento in modo da includere un maggior numero di auto richiamate per un difetto al blocchetto dell’accensione.
Dopo settimane di silenzio da parte di Kenneth Feinberg, amministratore del fondo stabilito da General Motors per il risarcimento, Blumenthal afferma che l’omissione è ancora più evidente.
Il portavoce di General Motors, Jim Cain, ha affermato che i limiti di copertura del fondo per il risarcimento delle vittime siano corretti, in quanto i blocchetti dell’accensione montati sui veicoli esclusi fanno parte di progetti diversi e/o il relativo malfunzionamento è stato scoperto in circostanze differenti.
Feinberg ha rifiutato di commentare.
A giugno 2014 Barra ha annunciato il risarcimento previsto, in seguito alle pesanti critiche da parte dei legislatori indirizzate a General Motors per aver impiegato più di un decennio a richiamare le auto con i blocchetti dell’accensione pericolosi che potrebbero far scattare la chiave all’indietro e far spegnere improvvisamente il motore.
Il fondo di risarcimento disposto da Feinberg ha un valore di 600 milioni di dollari e fornisce alle vittime e alle famiglie un’alternativa per ottenere un risarcimento all’infuori dei tribunali, avendo General Motors immunità legale per quanto riguarda tutte le cause relative ad incidenti che sono avvenuti prima del 10 luglio 2009, anno in cui la compagnia è uscita dalla bancarotta.
Le vittime degli incidenti avvenuti prima della bancarotta ed esclusi dal fondo di Feinberg non possono intentare causa.
Feinberg ha deciso di risarcire 119 vittime e 243 feriti.
Un’analisi delle cause intentate negli ultimi 18 mesi mostra che più di una dozzina di morti e 100 feriti avvenuti in incidenti prima della bancarotta di General Motors non sono coperti dall’indennizzo.
Un altro portavoce della casa automobilistica, Alan Adler, ha affermato che, dopo aver richiamato lo scorso anno 2.59 milioni di veicoli, General Motors ha sottoposto tutti i modelli a controlli per trovare difetti relativi all’accensione. Se un modello non passava nemmeno uno degli otto test veniva richiamato. Entro la fine di giugno 2014, General Motors ha richiamato altri 10 milioni di veicoli per blocchetti dell’accensione difettosi.
Per anni Pillars si è chiesto cosa nel 2005 ha spinto la Grand Am di sua moglie a sterzare bruscamente in un’autostrada ghiacciata del Michigan, finendo sulla traiettoria di un minivan Toyota. Una fotografia scattata subito dopo l’incidente mostra che la chiave era in posizione “off” ma allora non è stato considerato un fattore rilevante.
Pillars ha dichiarato che, nel momento in cui General Motors lo scorso giugno ha richiamato le auto che montavano il blocchetto dell’accensione difettoso, tra cui la Grand Am della moglie, tutto è diventato più chiaro.
Da quanto la moglie è morta nel marzo 2012, Pillars ha raccolto foto e altri indizi in uno schedario destinato a contenere tutti i dati riguardanti l’incidente. Pillars ha presentato un reclamo a Feinberg ma è stato respinto a marzo.
Il periodo per presentare domanda per ottenere un risarcimento è terminato il 31 gennaio, perciò nessun altro caso è stato e sarà considerato dopo quella data.
Feinberg ha valutato 4.261 richieste di risarcimento e altre 81 sono ancora in revisione. Finora, 3.027 sono state ritenute non idonee e 872 con prove insufficienti per collegare gli incidenti al malfunzionamento del blocchetto d’accensione.
Anche Doris Philips non è risultata idonea al risarcimento perché l’auto che stava guidando suo marito al momento dell’incidente non era nella lista di quelle riportanti il difetto, che è stato tenuto nascosto dalla casa automobilistica per anni.
Nell’ottobre 2005, Adam Powledge ha perso il controllo della sua Chevrolet Malibu (del 2004) vicino a Houston, schiantandosi su un palo di metallo di un guardrail. L’auto ha preso fuoco e in quella trappola mortale persero la vita Powledge e quattro dei suoi figli, di età compresa tra i 6 e i 12 anni.
Nel 2007, Phillips ha citato in giudizio General Motors, dichiarando che un malfunzionamento della centralina elettronica abbia fatto perdere il controllo della Malibu al suo defunto marito.
Secondo la documentazione processuale, i legali di General Motors hanno affermato che quest’accusa sarebbe priva di fondamento in quanto, se fosse stato così, tutti i sistemi del veicolo avrebbero dovuto smettere di funzionare allo stesso tempo.
Nel 2010, il caso Philips è stato chiuso e la donna ha ricevuto 521.000 dollari di risarcimento.
Lo scorso anno, General Motors ha richiamato la Malibu per il difetto al blocchetto dell’accensione.
Il fondo di Feinberg permette alle persone di avanzare una richiesta di risarcimento anche se il loro caso era stato chiuso negli anni passati ma Philips non ha presentato la domanda perché era a conoscenza che il difetto della Malibu non veniva coperto dal fondo.
Se il veicolo fosse stato idoneo, la famiglia avrebbe potuto ricevere almeno 5 milioni di dollari di risarcimento per le morti di Adam Powledge e dei suoi quattro figli.
Uno dei portavoce di General Motors, Cain, ha affermato che il veicolo era distrutto e non c’è nessun dato proveniente dalla scatola nera che possa mettere luce sulla causa dell’incidente.
In base delle indagini della polizia, a General Motors non è pervenuta alcuna prova che attesti che l’incidente sia stato causato dal blocchetto di accensione difettoso o da un guasto della centralina elettronica, ha affermato.
Nonostante la disposizione giudiziale, Philips sta cercando di riaprire il suo caso, ha affermato il suo legale Josh Powell.
Chip Bowles, legale al Bingham Greenebaum Doll LLP, non coinvolto in nessuna causa relativa a General Motors, tuttavia, ha affermato che è altamente improbabile che chi fa causa per un vecchio incidente possa vincere in tribunale, a causa dell’immunità legale della compagnia per quanto riguarda gli incidenti avvenuti durante il proprio periodo di bancarotta.
Pillars non punta ad un gran risarcimento ma piuttosto ottenere la risoluzione del caso e giustizia per sua moglie.
Fonte: Insurance Journal