Nel giro dei prossimi 5 anni l’utilizzo dei droni potrebbe diventare una consuetudine per oltre il 40% delle imprese. Questo almeno è quanto prevedono i risk manager aziendali secondo i risultati di un’indagine realizzata da Munich Re, in occasione della recente Risk and Insurance Management Society Conference (RIMS), circa problemi e criticità nell’assicurazione dei droni. Il campione del sondaggio è costituito da oltre 100 risk manager di grandi e medie aziende operanti negli Stati Uniti, in Europa, Asia, Africa e Australia.
Secondo il 48% degli intervistati l’utilizzo dei droni da parte delle imprese diventerà una pratica abituale in un arco temporale di 5-10 anni; il 37% ha invece risposto che ci vorranno meno di 5 anni, mentre il 10% pensa che ci vorranno più di 10 anni, mentre il 5% degli intervistati è del tutto pessimista sulle potenzialità dei droni.
Circa i rischi derivanti dall’utilizzo dei “robot volanti”, secondo il 69% del campione i problemi maggiori riguardano possibili violazioni della privacy, seguiti dall’insufficienza delle coperture assicurative (12%), lesioni personali (11%) e danni alla proprietà (8%).
La Federal Aviation Administration (FAA) stima in circa 30.000 il numero di droni, commerciali e civili, che entro il 2020 intaseranno i cieli degli Stati Uniti, mentre la Association for Unmanned Vehicle Systems International (AUVSI) calcola in 100 mila il numero di nuovi posti di lavoro creati dall’industria dei droni entro il 20125, per un contributo complessivo di 82 miliardi di dollari alla crescita dell’economia americana.
Sono molti i settori produttivi che hanno messo gli occhi sulle opportunità offerte dall’utilizzo dei droni. Pensiamo alla consegna rapida dei prodotti, piuttosto che il monitoraggio delle culture, per non parlare delle possibilità offerte all’industria del cinema, alla televisione e alla comunicazione in genere.
Notevoli benefici potrebbe ricavarne anche il settore pubblico, principalmente in materia di sicurezza con, ad esempio, forti risparmi sul numero di forze utilizzate per l’ordine pubblico.
Insomma, parliamo di una tecnologia in continua crescita che, inevitabilmente, attira anche le attenzioni degli assicuratori, soprattutto in relazione a monitoraggio e ispezione in occasione di catastrofi naturali.
Ancora prima del rilascio delle norme di sicurezza circa l’utilizzo dei droni, alcune compagnie hanno già iniziato a vendere polizze a copertura di questo rischio.
Tuttavia, anche se ci sono diversi aspetti tecnici e legali da chiarire, il 44% dei risk manager intervistati ha detto che qualora le norme adottate dalla FAA agevolassero l’utilizzo dei droni la propria azienda sarebbe pronta a utilizzarli e il 76% acquisterebbe la copertura assicurativa sui droni anche se non fosse obbligatoria.
In Italia le polizze per la responsabilità civile verso terzi dei droni (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) utilizzati per attività professionali farebbero registrare a oggi un premio complessivo non superiore a 200mila euro e a circa 1,5 milioni di euro in Europa. Ma nel 2020, con il moltiplicarsi dei droni nei nostri cieli, questi valori dovrebbero aumentare esponenzialmente, raggiungendo circa i 4-5 milioni in ambito europeo.