Secondo la Colorado State University, l’Oceano Atlantico potrebbe affrontare una delle stagioni degli uragani più tranquille in decenni grazie all’abbassamento della temperatura dell’Atlantico e del fenomeno di El Niño nel Pacifico.
William Gray e Phil Klotzbach prevedono sette tempeste con nome nel bacino, contro le 12 della media trentennale. Tre di esse potrebbero raggiungere una forza pari a quella di un uragano, con venti di 74 miglia orarie, e una potrebbe evolvere in “grande tempesta”, con venti da 111 miglia orarie.
Una tempesta ottiene un nome quando i suoi venti raggiungono almeno le 39 miglia orarie.
“Ai residenti nelle zone costiere viene costantemente ricordato come basti anche un solo uragano per rendere attiva una stagione e che ogni volta bisogna prepararsi in modo adeguato,” hanno affermato nel report Gray e Klotzbach.
Dal 2005 al 2014 gli uragani e le tempeste tropicali sono stati i disastri naturali che hanno causato più danni e vittime.
Dai dati del National Hurricane Center, l’ultima volta che solo sette tempeste hanno ottenuto un nome è stato il 1997, anno in cui ci fu una tempesta subtropicale senza nome.
Riguardo alla quantità di energia scatenata dalle tempeste, secondo Klotzbach quest’anno dovrebbe registrare circa il 45% rispetto al valore normale.
Inoltre, il numero totale dei giorni in cui le tempeste sono attive nell’Atlantico sarà probabilmente di 30 contro la media di 60,1.
La costa del Golfo del Messico e della Florida, le più vulnerabili di fronte alle tempeste, ospitano le principali attività agricole e impianti energetici.
Circa il 4% del gas naturale degli Stati Uniti e il 17% della produzione di petrolio avviene nel Golfo. Inoltre, il 45% della raffinazione del petrolio e il 51% dell’attività di estrazione di gas naturale viene svolto lungo la costa.
La Florida è il secondo produttore principale di succo d’arancia, dopo il Brasile.
Nel 2005 il Golfo ha contribuito per il 16,5 % alla produzione di gas.
Anche se con un’importanza minore, una stagione degli uragani tranquilla potrebbe portare ad una diminuzione dei prezzi, ha affermato Stephen Schork, presidente del Schork Group Inc., un gruppo di consulenza di Villanova, Pennsylvania.