Oltre il 15% dei medici italiani è stato chiamato in giudizio da un paziente. È quanto rileva un sondaggio dell’Osservatorio Internazionale della Sanità, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri (Omceo) di Roma, presentato presso il Ministero della Salute.
Secondo quanto emerge dallo studio, il 78,9% dei 1.000 medici intervistati si dice preoccupato di incappare in una controversia pretestuosa con i pazienti, mentre il 72,2% ritiene necessario tutelarsi con una polizza assicurativa comprensiva la garanzia di tutela legale.
D’altro canto quasi due medici su dieci hanno dovuto sostenere una controversia con il paziente. Il risultato? L’86,8% dei medici ha un’assicurazione da prima dell’arrivo dell’obbligo di legge per i professionisti del settore privato.
Una pratica ben conosciuta anche tra i giovanissimi camici bianchi: ben il 75% ha stipulato un contratto di assicurazione professionale. Anche se i costi preoccupano i professionisti: meno del 10% sarebbe disposto a impegnare oltre il 5% del suo reddito per un’assicurazione; e il 51% degli intervistati preferisce non avere una franchigia per il risarcimento dei danni
Ginecologi, chirurghi plastici e ortopedici sono gli specialisti maggiormente colpiti dalle denunce.
I risultati della ricerca non sorprendono il direttore generale dell’Ania, Dario Focarelli che ricorda come dal 1994 ad oggi le denunce sino triplicate. “Serve – ha detto – un intervento organico su questo settore. Si deve definire meglio la responsabilità dei medici coerentemente con la teoria del codice civile. Questo ha effetto sulla durata della prescrizione e sulla lunghezza del processo. Chiarendo la definizione, si ridurrebbero i casi pretestuosi, infatti più della metà delle denunce non va a processo”.
Il messaggio è chiaro, secondo Focarelli: “Ridefinire la responsabilità del medico, che non deve essere di natura contrattuale, soprattutto nel pubblico. Inoltre, oggi mancano anche le tabelle per il risarcimento, utili per l’assicurato e per il medico. Così come serve più risk management e linee guida, così da ridurre la malpractice”.
“Oggi le tariffe che deve pagare un medico per assicurarsi arrivano fino a 25mila euro l’anno – ha aggiunto Roberto Lala,presidente dell’Omceo Roma – ma la paura del professionista non è per l’errore ma per il fatto di essere accusato ingiustamente. E uno dei nodi è che il medico deve dimostrare di non aver compiuto il danno. Un assurdo. Le responsabilità che devono essere ridefinite. Questo non significa che i medici intendono sottrarsi alle loro responsabilità. Tutt’altro. I medici vogliono sicurezza, chiedono di essere responsabili del processo di cura”.