Lo scorso 27 novembre l’Unione Europea Assicuratori ha organizzato un importante convegno sulla sanità integrativa, presso l’Università degli Studi di Milano. All’evento ha partecipato un’ampia platea di intermediari, esperti e stakeholder del settore assicurativo interessati ad approfondire un tema tanto attuale quanto controverso, con un potenziale di sviluppo enorme per il mercato assicurativo, ma da anni “bloccato” dall’assenza di un quadro giuridico e normativo definito.
Prima dell’inizio dei lavori, il vicepresidente Francesco Barbieri ha presentato Uea, la sua mission, le più recenti iniziative messe in campo per promuovere la cultura assicurativa e la ratio che ha portato l’Associazione a stringere importanti partnership con Università, Centri del sapere e altre realtà strategiche per lo sviluppo del business di Agenzia, sempre più connotata come centro di servizi integrati al servizio dei bisogni dell’assicurato. In particolare Barbieri ha introdotto gli interventi di Asacert, Das e Per che hanno palesato come certificazioni e stime preventive, la prima; tutela legale, la seconda; disaster recovery e riparazione diretta la terza; possono costituire strumenti e competenze innovative in grado di qualificare e valorizzare il servizio di consulenza, assistenza e prossimità offerto dagli intermediari professionali.
Entrato nel vivo della tematica oggetto del convegno, il chairman Luca Avogadro, consulente di Finextra, ha ricordato come degli oltre 30 miliardi di euro spesi lo scorso anno da 12,2 milioni di italiani per la sanità privata, solo il 13% è intermediata da assicurazioni e fondi, mentre nella maggior parte dei paesi europei e negli Usa la quota out of pocket è sensibilmente più bassa.
Le relazioni dei quattro docenti coinvolti da Uea per affrontare i diversi aspetti – tecnici, giuridici e fiscali – della sanità integrativa hanno approfondito i servizi e i modelli di gestione dei fondi sanitari integrativi, hanno inoltre proposto un’analisi comparativa dei sistemi mutualistici europei e un focus relativo al ruolo degli intermediari professionali e della vigilanza pubblica nella promozione e gestione di forme sanitarie integrative.
Il primo intervento è stato quello del prof. Sergio Paci, ordinario presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi e Carefin Università Bocconi che significativamente ha introdotto il tema a partire dalla distinzione tra mutualità (laddove i rischi sono omogenei) e solidarietà (laddove i rischi appartengono a livelli differenti) per chiarire con quale finalità operano i diversi soggetti del mercato, dalle Compagnie alle Casse, ai Fondi, alle Società di Mutuo Soccorso. Paci ha inoltre rilevato come il nodo cruciale, anche a livello politico e mediatico, sia la proposta di un sistema integrato pubblico-privato capace di realizzare un sostanziale equilibrio tra equità ed efficienza.
Fabio Marchetti, professore associato di Diritto Tributario presso la Facoltà di Economia dell’Università Luiss – Guido Carli, ha più volte ribadito la difficoltà di operare in presenza di un vuoto normativo e ha analizzato nel dettaglio gli unici riferimenti in materia, ovvero l’articolo 10 lett. E-ter del Testo Unico e l’articolo 51 lett. A sempre del Testo Unico. Marchetti si è poi concentrato sull’asimmetria normativa, regolamentare e fiscale che coinvolge le diverse categorie di lavoratori (principalmente dipendenti/autonomi) e sulle prospettive offerte dai flexible benefit.
Particolarmente interessante in un’ottica comparativa, è stato l’intervento di Albina Candian, professore ordinario di Diritto Comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, che ha proposto uno spaccato sintetico dei modelli adottati dai diversi sistemi mutualistici europei, con particolare riferimento a quello francese (Mutuelle) e tedesco (Pkv), e sul ruolo svolto nei differenti contesti dagli intermediari assicurativi. Candian ha inoltre ricordato ai presenti che una sentenza della Corte Costituzionale del 2008 riferendosi al diritto alla salute (sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione) ha
parlato di “diritto finanziariamente condizionato” sottolineando la precarietà della sostenibilità economica dell’attuale sistema.
Pierpaolo Marano, associato di Diritto delle Assicurazioni presso la Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha invece portato il suo contributo rispetto al problema della vigilanza dei diversi soggetti della sanità integrativa e nello specifico delle mutue assicuratrici, ponendo questioni fondamentali relative alle modalità di adesione dei lavoratori a questi enti e alla necessità che il processo sia gestito da figure dotate di particolari requisiti e sottoposte a precisi obblighi e controlli, in modo analogo a quanto attualmente è previsto per gli intermediari professionali assicurativi e finanziari.
Su questo punto è tornato, in chiusura del convegno, il consigliere Uea Filippo Gariglio che ha accennato alle soluzioni assicurative offerte oggi dal mercato e soprattutto alle opportunità che un nuovo sistema di welfare pubblico-privato può riservare agli intermediari oggi particolarmente provati dalla crisi di redditività delle agenzie. “Per far fronte a questa sfida – ha sottolineato Gariglio – è fondamentale che gli agenti riescano ad agire e non subire il cambiamento, facendosi promotori presso i clienti di questa nuova esigenza assicurativa attraverso un approccio più flessibile, anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali”.
Infine, il presidente Roberto Conforti ricordando la recente presentazione da parte di Uea di un esposto ufficiale all’Agcm contro le cattive pratiche dei comparatori di polizze on line, ha così chiosato il pensiero dell’Associazione: “Uea non ha pregiudizio alcuno nei confronti della concorrenza, la quale, purché corretta, leale, legittima e praticata in presenza di regole comuni, rimane la migliore medicina per qualsiasi mercato. Uea ha invece fortissimi pregiudizi nei confronti di chi si improvvisa abusivamente intermediario di prodotti e servizi, a maggior ragione se si tratta di prodotti complessi e scritti in un linguaggio incomprensibile quali sono i contratti di assicurazione. Nei confronti di tutti i sedicenti intermediari che in nome di una sedicente terzietà si permettono di operare out of law, la posizione di Uea è sempre la stessa: denunciarli al fine di ripristinare la legalità a tutela dei consumatori e di tutti gli altri Intermediari”.