In Italia le infezioni sono infatti fra le prime 10 cause di denunce di sinistro in sanità e fra le prime 5 voci di spesa per risarcimenti, nonostante le numerose campagne di formazione e informazione per operatori e pazienti mirate a diffondere pratiche di prevenzione e monitoraggio. Forse anche perché, secondo gli esperti, sono difficilmente identificabili se non adeguatamente monitorate.
In realtà i casi di infezioni in sanità pubblica si stanno riducendo: le denunce per infezioni sono in diminuzione rispetto a qualche anno fa (104 nel 2012 contro le 127 del 2011) ma ne è invece accresciuta la loro gravità (9,3% di decessi contro l’8,2% dell’anno precedente) e soprattutto sono aumentati i costi di risarcimento (oltre 14 milioni di euro contro una media annua di 6,7 milioni di euro). Basti pensare che, se il costo medio per evento è di 115.000 euro, nel 2012 si è registrato anche un risarcimento di 145.000 euro. Questi i principali risultati che si ottengono incrociando il Report Medmal di Marsh sulle infezioni con i principali studi di settore.
Si tratta di un fenomeno con ricadute importanti non solo sulla salute del paziente e sulla percezione della qualità delle cure, ma anche a livello economico: ai costi assicurativi si aggiungono infatti i costi sociali legati al prolungamento delle degenze.
Sul totale delle richieste di risarcimento danni raccolte dal 2004 al 2012 (periodo di tempo preso in considerazione dallo studio), si calcolano poco più di 3 infezioni ogni 100 casi di denuncia, (1240 su un totale di 38.354), corrispondenti a 1 evento ogni 1.000 interventi chirurgici, 3 eventi ogni 1.000 posti letto, 8 eventi ogni 10.000 ricoveri.
Più della metà dei casi di infezione (62,98%) è riferibile all’area chirurgica, in particolare Ortopedia e Traumatologia (28,5%) e Chirurgia Generale (21,3%). Questo porta a ipotizzare che la principale causa sia una carenza nell’utilizzo delle precauzioni standard durante e dopo l’intervento.
Complessivamente vengono denunciate più infezioni al nord Italia (il 65% dei casi), seguito dal centro (30%) e dal sud (4,5%). Analizzando il dato per tipologia di struttura ospedaliera, più della metà degli eventi si riferisce a ospedali di primo livello, mentre considerando il numero medio di sinistri per struttura, gli ospedali maggiormente esposti al rischio sono quelli universitari e quelli ortopedici.
Per questa particolare tipologia di evento, i tempi di denuncia raddoppiano rispetto al trend di denuncia dei sinistri in sanità attuale – che vede una diminuzione dell’intervallo tra la data di accadimento dell’evento e la data del sinistro da circa due anni si è passato ad 1 anno e 7 mesi con una riduzione del 12% dei tempi. Quasi il 70% dei casi è ancora aperto.