Zurich ha reso noti i dati relativi alla seconda edizione del sondaggio internazionale, realizzato da GFK Eurisko per Zurich Insurance Group (Zurich), sull’attività delle Piccole Medie Imprese negli ultimi 12 mesi.
Nel corso dell’ultimo anno il 12% delle PMI italiane ha ridotto il personale e il 9% ha dovuto contenere gli stipendi dei propri collaboratori per affrontare il perdurare della crisi economica.
Per far fronte all’elevato livello di competitività e al protrarsi del calo della domanda, il 20% delle PMI ha inoltre ridotto i prezzi; va però sottolineato che il dato, confrontato con l’edizione 2013 dell’indagine (24%), fa emergere un leggero miglioramento.
Il 22% delle PMI italiane, in linea con il dato globale (21%) si sono concentrate sulla diversificazione della gamma dei prodotti e dei servizi per attrarre nuovi clienti ed espandere la propria attività; segnale di un rinnovato ottimismo soprattutto se si considera che le PMI italiane che si sono impegnate ad ampliare l’attività verso il mercato locale (11%) e ad espandere le esportazioni (12%) sono raddoppiate rispetto all’estate 2013.
A fronte di una crescita economica che rimane modesta, l’8% delle PMI italiane ha valutato l’opportunità di chiudere, ed è più che raddoppiato (9%) il numero delle imprese che hanno chiesto nuovi investimenti o ampliamenti delle linee di credito per proseguire l’attività e finanziare la crescita.
In Europa, hanno continuato a ridurre i prezzi anche Spagna (26%) e Portogallo (20%) e sono insieme all’Italia gli unici paesi europei in cui le PMI appaiono riluttanti ad assumere nuovo personale e a incrementare i prezzi. Anche nel Regno Unito, in Svizzera e Germania la tendenza all’aumento dei salari è scesa leggermente rispetto ai risultati del 2013.
Al contrario, le PMI dell’America Latina (in particolare Brasile, Messico e Argentina) dichiarano un forte aumento degli stipendi (40% – 33% -30%), e nonostante la crescita economica della regione sia ancora lenta, hanno investito nell’espansione dell’attività verso nuovi clienti target sul mercato locale e diversificato la gamma di prodotti e servizi. I paesi dell’Asia del Pacifico come Hong Kong, Taiwan e Malesia dichiarano invece di aver incrementato molto il personale (28% – 37% – 25%) e in misura minore gli stipendi (16% – 15% – 19%).
Il quadro complessivo che emerge dall’indagine sullo stato delle PMI a livello globale è positivo: le PMI guardano al futuro con ottimismo ampliando la propria attività sia sul mercato locale (23%) che nelle esportazioni, soprattutto attraverso la diversificazione dei prodotti e dei servizi offerti (21%).
Solo una minoranza di PMI in tutti i 19 paesi oggetto del sondaggio (tra lo 0% e il 10%) ha preso in considerazione di ridurre l’offerta o di chiudere l’attività, 1 PMI su 5 ha aumentato i salari e 1 su 6 ha incrementato il personale.
Marco Delpino, Head of Market Facing Underwriting di Zurich in Italia – ha così commentato – “Sebbene lo studio evidenzi grandi differenze tra i diversi Paesi oggetto dell’analisi, ritengo vi sia un elemento comune rappresentato, generalmente parlando, dalla rinnovata fiducia con la quale le PMI guardano al futuro. La ricerca evidenzia che in Europa la crescita economica e l’inflazione restano deboli, e poche aziende puntano a incrementare le assunzioni, i salari o all’espansione in nuovi mercati: in Italia in particolare molte PMI hanno ridotto il personale e gli stipendi e proseguito nel trend di riduzione dei prezzi. Emerge però con chiarezza che le imprese vogliono investire sulla diversificazione dell’offerta per attrarre nuovi clienti. Zurich, grazie al suo know how nel settore aziende, si è spesso dimostrata un partner strategico per le aziende, poiché in grado di offrire una consulenza professionale di altissimo profilo corredata da soluzioni assicurative specifiche e modulari per tutelare le PMI nei confronti di possibili rischi. In questo modo è possibile garantire alle imprese quella protezione necessaria per affrontare serenamente nuove sfide e raggiungere così i propri obiettivi di crescita.